Ridurre, e in molti casi eliminare del tutto, l’uso quotidiano di steroidi nell’asma grave non era finora considerato realistico per la maggior parte dei pazienti. Ma un nuovo studio internazionale pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine, una delle riviste scientifiche più autorevoli al mondo, apre uno scenario completamente diverso: una terapia biologica iniettiva una volta al mese può consentire la drastica riduzione o la sospensione dei corticosteroidi orali, mantenendo il controllo della malattia.
Si tratta dei risultati dello studio clinico di fase 3b WAYFINDER, che ha valutato l’efficacia del farmaco Tezepelumab, un anticorpo monoclonale già approvato in molti Paesi per il trattamento dell’asma grave.
Perché servono gli steroidi nell’asma severo (e perché sono un problema)
Nei pazienti con forme più gravi di asma, i normali farmaci inalatori non sempre bastano a tenere sotto controllo l’infiammazione bronchiale. In questi casi vengono prescritti i corticosteroidi orali (OCS), potenti antinfiammatori che però, se assunti ogni giorno per anni, espongono a rischi importanti:
Le linee guida internazionali GINA sottolineano da tempo la necessità di trovare alternative, perché l’uso cronico degli steroidi – anche a basse dosi – può compromettere significativamente la qualità e l’aspettativa di vita.
Lo studio WAYFINDER: un anno di trattamento, risultati sorprendenti
Il nuovo studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine ha coinvolto centinaia di pazienti con asma grave dipendente da steroidi. A tutti è stato somministrato Tezepelumab con una iniezione sottocutanea ogni 4 settimane. L’obiettivo: verificare se i pazienti potessero ridurre o sospendere la terapia steroidea senza perdere il controllo della malattia.
I risultati dopo 52 settimane sono stati definiti dagli autori “clinicamente straordinari”:
● Quasi il 90% dei pazienti ha ridotto gli steroidi fino a una dose bassa
Un traguardo mai raggiunto in precedenti studi di riduzione steroidea con altre terapie.
● Oltre il 50% ha potuto sospendere del tutto gli steroidi
E questo senza peggiorare l’asma, senza aumento delle crisi e senza più bisogno di ricorrere a dosi di emergenza.
● Miglioramenti significativi già dopo 2 settimane
I pazienti hanno riportato:
● Meno ricoveri e meno accessi al pronto soccorso
Uno dei principali obiettivi clinici nella gestione dell’asma grave.
● Benefici osservati in tutti i gruppi di pazienti
Indipendentemente da:
Un dato che conferma la capacità del farmaco di agire su un ampio spettro di fenotipi asmatici.
Come funziona Tezepelumab: un meccanismo diverso dagli altri biologici
Tezepelumab è l’unico biologico attualmente disponibile che agisce bloccando TSLP (thymic stromal lymphopoietin), una proteina chiave dell’infiammazione delle vie aeree e considerata un “interruttore generale” che attiva molte delle cascata infiammatorie tipiche dell’asma.
A differenza di altri farmaci biologici – che funzionano solo in determinati sottogruppi di pazienti – Tezepelumab ha un raggio d’azione più ampio, ed è proprio questo che ha permesso risultati così estesi nel trial.
Perché questa scoperta è importante
Gli autori dello studio sottolineano che la riduzione dell’esposizione cronica agli steroidi è oggi una priorità medica mondiale, riconosciuta anche dalle linee guida GINA. Le complicanze degli OCS, infatti, rappresentano un enorme peso sanitario e sociale.
Questa nuova terapia:
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offre un percorso realistico verso la remissione clinica dell’asma severo
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migliora la qualità di vita
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riduce i rischi a lungo termine associati agli steroidi
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libera i pazienti da una dipendenza farmacologica che spesso dura da anni
Per molti malati, significa tornare a una vita normale: lavorare senza limitazioni, fare attività fisica, dormire senza svegliarsi per mancanza di respiro.
Che cosa succede ora
Il farmaco è già approvato dall’EMA e dalla FDA per l’asma grave non controllato. I dati dello studio WAYFINDER potrebbero influenzare:
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una revisione delle linee guida terapeutiche
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un aggiornamento dei protocolli ospedalieri
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nuove strategie di riduzione steroidea applicabili a scala clinica
Gli autori dello studio sottolineano che è necessario “un approccio individualizzato”, sempre sotto supervisione dello pneumologo.