Ogni giorno, nella Corea del Sud, dieci anziani si danno la morte, spesso non trovando altro modo per sfuggire alla solitudine alla quale il resto della società sembra averli condannati. Il dato, tratto da un rapporto pubblicato nel giugno scorso sul Journal of the Korean Medical Association, rispecchia una tendenza persistente e allarmante in tutta l'Asia orientale.
Bambole robot, animate dall'AI, aiutano gli anziani sudcoreani a combattere la solitudine
Paesi come il Giappone e Hong Kong hanno da tempo documentato elevati tassi di suicidio tra gli anziani. Tuttavia, la situazione in Corea del Sud preoccupa particolarmente le autorità locali, poiché il Paese si colloca tra quelli con i tassi più alti del mondo sviluppato e tra i più alti tra i paesi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Si tratta, dicono gli esperti, della conseguenza di essere, quella sud-coreana, una società ''super-anziana'', con oltre dieci milioni di persone che hanno 65 o più anni, rappresentando un quinto della popolazione. Un fenomeno che è avvenuto in modo molto veloce, non dando ai governi che si sono succeduti il tempo di reagire, istituendo un adeguato sistema pensionistico o di assistenza, di fatto abbandonando gli anziani in un limbo, in cui spesso si trovano a prendere da soli decisioni che possono essere vitali.
Il quadro è sconfortante, a detta degli esperti, perché il veloce e radicale cambiamento del tessuto sociale tradizionale, determina meno meno nuclei familiari multigenerazionali e, quindi, meno supporto familiare. Una situazione che lascia un anziano sudcoreano su tre a vivere da solo. Un isolamento che alimenta direttamente difficoltà finanziarie, profonda solitudine e la sensazione di essere un peso, condizioni direttamente collegate alla depressione e al suicidio.
Dovendo anche confrontarsi con sistema sanitario pubblico che stenta a tenere il passo con l'emergenza sociale, il governo sudcoreano si è rivolto sempre più alle aziende tecnologiche per affrontare la "crisi degli anziani" e colmare una lacuna critica nel personale dell'assistenza sociale.
Questo ha aperto le porte ad aziende come Hyodol , una piattaforma di intelligenza artificiale per l'assistenza sanitaria e la smart home incentrata su un robot a forma di bambola, fornito agli anziani che vivono soli. Il robot a forma di bambola è collegato a un'applicazione per smartphone e a una piattaforma di monitoraggio web per familiari o assistenti.
Le bambole, alte fino a 50 centimetri, hanno occhi grandi e sorridenti, orecchie a sventola e si esprimono con la parlantina allegra di un bambino di sette anni. Alcuni indossano abiti rosa con le trecce; altri sfoggiano camicie blu e un papillon. Ma questi non sono i soliti nipoti. Sono fatti di cotone e metallo, alimentati dall'intelligenza artificiale.
Il sistema ha una duplice funzione. Il robot fornisce supporto pratico, dai promemoria per la prescrizione dei farmaci agli avvisi di emergenza, consentendo anche agli assistenti sociali di registrare da remoto informazioni quotidiane come gli orari dei pasti. Ma il suo vantaggio principale potrebbe essere di natura emotiva.
I bambolotti ''rispondono'' a un tocco sulla testa o alla stretta di una mano. La sua chat basata sull'intelligenza artificiale offre musica, conversazione ed esercizi cognitivi. Eppure, la sua caratteristica più potente è forse la più semplice: il saluto che attende un anziano al ritorno a casa: "Nonna/Nonno, ti ho aspettato tutto il giorno".
A tutto novembre 2025, oltre 12.000 robot Hyodol erano stati distribuiti ad anziani soli in tutta la Corea del Sud, principalmente attraverso programmi governativi e di assistenza sociale. Altri 1.000 sono stati acquistati direttamente dalle famiglie, con l'ultimo modello al prezzo di 1,3 milioni di won (poco meno di 760 euro).
Gli assistenti sociali che assistono gli anziani hanno detto che quelli che hanno una bambola-robot hanno migliorato la loro precaria situazione psicologica, che, in alcuni casi, potrebbe sfociare in atti di autolesionismo, sino al suicidio. Ai loro nuovi ''compagni'' gli anziani si legano con sentimenti che avevano da tempo accantonato: danno loro soprannomi affettuosi, compravano vestitini per neonati e rimboccavano le coperte la sera, quando li mettono a ''dormire''.
Questo crescente affetto è correlato a un miglioramento della salute mentale, come confermato da uno studio condotto su un campione esiguo (69 soggetti) che ha dimostrato che gli anziani avevano ridotto la depressione e migliorato i punteggi cognitivi dopo aver utilizzato le bambole Hyodol per sei settimane.
Tuttavia, i profondi legami che si creano hanno anche sollevato questioni etiche sulla dipendenza emotiva e sulla potenziale infantilizzazione; l'uso di una bambola simile a un bambino che monitora le azioni e i gesti delle persone è stato percepito dagli esperti e da alcuni anziani stessi come una diminuzione della loro dignità e autonomia. Ma Hyodol non è adatto a tutti, trattandosi di uno strumento di supporto e non di un sostituto delle cure umane.
Secondo uno studio del 2020 pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, gli accompagnatori artificiali vengono sempre più utilizzati a livello globale per supportare gli anziani con deficit cognitivo. Tuttavia, lo studio ha rilevato che le linee guida etiche non hanno tenuto il passo con la loro rapida introduzione e che queste tecnologie hanno creato potenziali problemi in termini di consenso informato e inganno.