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Bio-On, un’industria innovativa riemerge nel panorama delle bioplastiche italiane

 
Bio-On, un’industria innovativa riemerge nel panorama delle bioplastiche italiane
Redazione

In Italia, il settore delle bioplastiche è sempre più al centro dell’attenzione, sia per motivi ambientali che economici. Si tratta di materiali alternativi alla plastica tradizionale, prodotti da fonti naturali come scarti agricoli o alimentari e biodegradabili in modo completo. Uno dei nomi che ha fatto più parlare di sé in questo ambito è Bio‑On, una startup fondata nel 2007 con un'idea precisa: sviluppare una plastica sostenibile, naturale e bio-based.

Bio-On, un’industria innovativa riemerge nel panorama delle bioplastiche italiane

Bio‑On ha progettato un tipo di bioplastica chiamata PHA (polyhydroxyalkanoate), derivata da sottoprodotti come melassa, patate, scarti di frutta o persino olio di frittura. Il prodotto finale è biodegradabile al 100%, anche in mare. Nel 2018 l’azienda ha inaugurato uno stabilimento a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, per produrre in autonomia i propri materiali. L’impianto – 30.000 metri quadrati complessivi, con una capacità iniziale di 1.000 tonnellate l’anno – rappresentava un passo concreto verso l’industrializzazione.

Il titolo in borsa aveva raggiunto una capitalizzazione superiore al miliardo di euro, tanto da essere soprannominata “unicorno italiano delle bioplastiche”.

Tuttavia, a metà 2019 tutto è cambiato. Il fondo Quintessential ha pubblicato un report che metteva in dubbio i dati economici dell’azienda e alla fine del 2019, Bio‑On è stata dichiarata fallita.

Il marchio, però, non è scomparso. Nel 2023 il Gruppo Maip, attivo nella produzione di materiali plastici innovativi, ha presentato un piano di rilancio, che ha previsto la creazione di una nuova società, Haruki S.p.A., con un investimento di 20 milioni di euro per acquisire asset, brevetti e know‑how di Bio‑On. Il piano punta a riportare in funzione lo stabilimento, riattivare i laboratori e rilanciare le attività di ricerca e sviluppo.

Secondo MacPlas, un magazine specializzato, l’obiettivo è chiaro: rilanciare la produzione di bioplastiche PHAs, proponendo oltre 500 formulazioni tailor-made per settori come cosmetica, packaging, automotive e componenti tecnici.

Maip ha dichiarato di voler puntare inizialmente su campioni e applicazioni ad alto valore aggiunto, prima di tornare a una produzione su larga scala. Tuttavia, come segnala Wired Italia, ad oggi non sono ancora disponibili dati pubblici sulla quantità di PHA prodotta o venduta dopo il rilancio. Il team operativo è ridotto: circa 20 persone, rispetto alle oltre 100 della fase iniziale.