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Quando un insetto mandò in tilt un computer: la vera origine del termine “bug”

 
Quando un insetto mandò in tilt un computer: la vera origine del termine “bug”
Redazione

La parola bug nasce come termine inglese che indica un insetto. Il suo uso in inglese è documentato fin dal XV secolo, riferendosi a piccoli animali considerati fastidiosi o infestanti, come cimici, scarafaggi o altri insetti. L’origine della parola è attestata in dizionari storici dell’inglese e si riferisce genericamente a creature che causano disturbo.

 

Quando un insetto mandò in tilt un computer: la vera origine del termine “bug”

 

L’applicazione del termine a contesti tecnici risale al XIX secolo, con l’inizio dell’era dei sistemi meccanici e dei telegrafi. In quegli anni, bug veniva impiegato dagli ingegneri per indicare guasti o malfunzionamenti difficili da individuare.

 

Un episodio particolarmente noto nel contesto informatico avvenne nel 1947, quando il team della Marina degli Stati Uniti che lavorava al computer elettromeccanico Harvard Mark II trovò una falena incastrata tra i relè, causando un malfunzionamento. L’insetto fu rimosso e registrato nel diario di laboratorio come esempio concreto di bug. Quest’evento contribuì a rendere il termine celebre nell’informatica, sebbene l’uso tecnico fosse già diffuso tra gli ingegneri elettronici.

 

Con la diffusione dei computer elettronici e dei linguaggi di programmazione nella seconda metà del XX secolo, bug cominciò ad indicare qualsiasi errore di software o problema nel codice. Dagli anni ’60, il termine era ormai uno standard nell’ingegneria informatica e negli anni ’80 si diffuse nel linguaggio comune con la crescita dei personal computer. Negli anni ’90, con lo sviluppo del web, bug si affermò come concetto universale, usato anche da chi non è esperto di tecnologia per indicare difetti, crash o comportamenti inattesi di un programma.

 

Oggi bug viene usato in modo sistematico nello sviluppo software. Esistono database chiamati bug tracker, in cui ogni errore viene registrato, classificato e risolto dai programmatori. Il termine è alla base di concetti tecnici come bug fixing, la correzione dei problemi, e bug bounty, programmi che premiano chi scopre vulnerabilità di sicurezza nei sistemi informatici. La gestione dei bug è diventata un elemento essenziale della progettazione digitale e dello sviluppo software, contribuendo alla qualità ed alla sicurezza dei sistemi informatici moderni.

 

La storia del termine dimostra come una parola di origine naturale, usata per secoli per indicare piccoli insetti fastidiosi, sia passata ad un contesto tecnico senza perdere il significato originale: un piccolo elemento che disturba, crea problemi o compromette il funzionamento di un sistema più grande. Quest’evoluzione riflette anche la continuità tra linguaggio tecnico e linguaggio quotidiano nella cultura ingegneristica e informatica.