Il buon senso, o common sense, è la capacità di giudicare le cose in modo equilibrato e realistico, senza bisogno di conoscenze specialistiche. Significa capire ciò che è evidente e comportarsi di conseguenza. Anche se oggi lo usiamo nella vita di tutti i giorni, il concetto ha origini antiche ed una lunga storia filosofica.
Il buon senso: da Aristotele ad oggi, la forza della ragione semplice
Aristotele fu tra i primi a parlarne nel IV secolo a.C. Nel De Anima spiegò che l’essere umano possiede un sensus communis, un senso comune che coordina i cinque sensi e permette di riconoscere ciò che essi hanno in comune, come la forma o il movimento. Per lui il buon senso non era solo ragione pratica, ma una funzione naturale dell’anima che ci consente di percepire il mondo in modo coerente.
Nel XVIII secolo, il filosofo scozzese Thomas Reid trasformò il concetto in un principio filosofico. Sostenne che ogni essere umano possiede una capacità innata di riconoscere alcune verità fondamentali. Secondo lui, la fiducia nel buon senso è alla base della conoscenza e della convivenza civile, perché si fonda su credenze condivise da tutti.
Oggi parliamo di buon senso come di una forma di intelligenza pratica, che ci fa capire cosa è giusto o sicuro fare in situazioni quotidiane. È la spinta naturale che ci porta, per esempio, a non attraversare la strada senza guardare o ad evitare comportamenti rischiosi. È, come spiega una definizione moderna, la tendenza a vedere le cose come sono e ad agire in modo appropriato.
Il buon senso, però, non è sempre così comune. Spesso le persone si lasciano guidare da emozioni, abitudini o convinzioni personali che lo offuscano. Come sottolinea un articolo de Le Monde, il buon senso è anche uno strumento politico potente, ma ambiguo: da un lato serve per avvicinare le decisioni alle persone, dall’altro può essere usato per semplificare eccessivamente questioni complesse.
Curiosamente, anche nel campo dell’intelligenza artificiale il common sense è considerato una delle sfide più difficili: le macchine possono calcolare ed analizzare enormi quantità di dati, ma non riescono ancora a replicare quella comprensione intuitiva del mondo che gli esseri umani usano ogni giorno.
Gli americani dedicano addirittura una festa al buon senso: il National Use Your Common Sense Day si celebra il 4 novembre. Per celebrarla basta prendersi un momento per chiedersi: Sto usando il mio buon senso? Si può anche raccontare un episodio in cui il buon senso ci ha aiutato, oppure uno in cui la sua assenza ci ha messo nei guai. L’importante è imparare a riconoscerlo e ad usarlo ogni giorno.