Firmato ad Abu Dhabi l’accordo tra Claudio Descalzi e Tengku Muhammad Taufik. Investimenti da 15 miliardi di dollari per 19 progetti tra Indonesia e Malesia.
Eni guarda sempre più a Est e stringe un’importante alleanza con Petronas, la grande compagnia energetica malese. Le due società creeranno una nuova impresa comune – una società paritetica, cioè controllata al cinquanta per cento da ciascuna – che si concentrerà su ricerca e produzione di gas naturale in Asia, il continente più popoloso e in rapida crescita del mondo.
L’accordo è stato firmato ad Abu Dhabi, durante l’evento internazionale Adipec, dal numero uno di Eni, Claudio Descalzi, e dal capo di Petronas, Tengku Muhammad Taufik.
L’intesa segue il patto preliminare già siglato lo scorso giugno e rappresenta un passo importante nella strategia di lungo periodo delle due società.
UN’INTESA CHE NASCE DAL NUOVO EQUILIBRIO ENERGETICO GLOBALE
Questa collaborazione arriva in un momento di grandi cambiamenti per il settore dell’energia. La guerra in Ucraina e il progressivo allontanamento dell’Europa – e quindi anche dell’Italia – dal gas russo hanno spinto molte compagnie a cercare nuove fonti e nuovi partner.
In questo contesto, la partnership tra Eni e Petronas assume un valore strategico: unisce risorse, conoscenze e capacità operative in una regione che sarà centrale per il futuro dell’energia mondiale.
La nuova società gestirà in totale 19 progetti di estrazione e produzione: 14 in Indonesia e 5 in Malesia, per un volume iniziale superiore a 300 milioni di barili di petrolio equivalente (una misura che somma gas e petrolio sulla base dell’energia prodotta).
INVESTIMENTI DA 15 MILIARDI E UNA VISIONE COMUNE
La nuova realtà sarà finanziariamente indipendente e sosterrà un piano di investimenti di oltre 15 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
L’obiettivo dichiarato è ambizioso: mettere in produzione tre miliardi di barili di riserve già scoperte e avviare lo sviluppo di otto nuovi progetti e 15 pozzi esplorativi.
Secondo le stime, il potenziale complessivo arriva fino a dieci miliardi di barili equivalenti a basso rischio.
Nel medio periodo, la produzione giornaliera potrebbe superare i 500 mila barili equivalenti, puntando su una crescita sostenibile e tecnologicamente avanzata.
Le due aziende spiegano che la partnership nasce per creare valore nel lungo termine, garantire efficienza operativa e assumere un ruolo di leadership nella transizione energetica, cioè nel passaggio verso un’economia più pulita e meno dipendente dal petrolio.
PER ENI, UN ALTRO TASSELLO NELLA STRATEGIA GLOBALE
A Piazza Affari, il titolo Eni ha reagito bene alla notizia, chiudendo la giornata con un leggero rialzo (+0,05%).
L’operazione conferma la linea strategica seguita negli ultimi anni dal gruppo italiano: costruire una rete di società “satellite”, specializzate e autonome, in collaborazione con partner locali o internazionali.
Un modello già sperimentato con successo in Norvegia (Var Energi), Angola (Azule Energy) e Regno Unito (Ithaca Energy), che ora trova una nuova declinazione nel mercato asiatico.
CONCLUSIONE
Con questa alleanza, Eni e Petronas non si limitano a unire le forze: aprono la strada a una nuova fase dell’energia globale, dove gas naturale e cooperazione internazionale diventano strumenti essenziali per garantire crescita, sicurezza e sostenibilità.