Che cosa non si fa per annacquare una buona notizia. E magari
colpire, nel contempo, il governo italiano e, sia pure di straforo,
Donald Trump. Senza volerlo, ci mancherebbe altro. E allora possiamo
parlare di scivolone. Uno scivolone in tandem. Da parte di Federico
Fubini, grande penna del ‘Corriere della Sera’, (e ce ne meravigliamo) e
di ‘Italia Viva’, il partito di Matteo Renzi, il cui spazio mediatico
ridondante è inversamente proporzionale ai suoi voti, e non ce ne
meravigliamo.
L’argomento è quello delle esportazioni italiane negli Stati Uniti
d’America. Tutti si è giustamente preoccupati, nel nostro Paese, per le
conseguenze sulle esportazioni tricolore dei dazi imposti dalla Casa
Bianca. Ma esistono dei numeri e quei numeri vanno rispettati. Non solo.
Una regola sacrosanta è che a fare testo sono i numeri più recenti,
altrimenti ognuno potrebbe ritagliarsi la statistica su misura. Ed è
appunto quanto successo nella fattispecie.
Il 14 novembre scorso l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica,
ha diffuso i dati sul commercio con l’estero. E secondo questi dati
relativi allo scorso settembre, a dispetto dei comprensibili timori
collettivi, il valore delle esportazioni italiane negli Usa è cresciuto
del 35 per cento rispetto a settembre 2024 e sensibilmente anche nei
confronti di agosto.
Agosto era stato un mese negativo per l’export tricolore verso gli
States, crollato del 21 per cento. Ma il motivo c’era, ci raccontano
fonti informate, e non era dovuto né all’aumento dei dazi né a una
presunta brusca diminuzione della domanda di beni di qualità medio-alta
del mercato a ‘stelle e strisce’. “Bensì – citiamo testualmente – alla
messa in pausa degli ordini da parte degli importatori di oltre
Atlantico in attesa delle decisioni finali dell’amministrazione Trump
sui dazi Usa per le importazioni dall'Europa. Una volta chiarita la
situazione, a valle dell'annuncio del 2 Agosto, gli ordini sono stati
confermati e le esportazioni dall'Italia sono riprese, come dimostra il
dato dell’Istat relativo al commercio estero dell’Italia a settembre”.
Semplice no? Ma il 20 novembre, a sei giorni dalla diffusione dei
dati Istat, quello che è considerato il più autorevole quotidiano
italiano e il partito di un politico tra i più citati dai mezzi
d’informazione, già segretario del Pd e presidente del Consiglio, hanno
scagliato la palla all’indietro.
In sostanza, Fubini, nell’edizione cartacea del 20 settembre del
‘CorSera’, ha lanciato l’allarme sul crollo delle esportazioni italiane
negli Usa citando i dati del dipartimento dell’US Commerce, secondo cui
l’export tricolore negli Usa è colato a picco, registrando un calo del
26 per cento in un mese e del 17 per cento su base annua. Senonché,
l’agenzia americana si riferiva al mese di agosto (e ad agosto 2025 su
agosto 2024): causa lo ‘shutdown’ i dati erano stati trasmessi in
ritardo per la chiusura temporanea degli uffici. Come se niente fosse,
nello stesso giorno, la formazione di Renzi riprendeva l’allarme, pur di
polemizzare con un partito della maggioranza ‘reo’ di aver
correttamente rilanciato i dati dell’Istat, più aggiornati. Ed è
sbalorditivo che i media che hanno ripreso le accuse non siano andate a
verificare i numeri e le date. Aggiungendo confusione a confusione. A
voler essere buoni.