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Appalti più sicuri, lavoratori più protetti: la rivoluzione firmata Fincantieri

 
Appalti più sicuri, lavoratori più protetti: la rivoluzione firmata Fincantieri
Redazione

È un accordo destinato a segnare un prima e un dopo nella filiera italiana della cantieristica.
Fincantieri ha firmato con le Segreterie nazionali FIM, FIOM, UILM e con l’Esecutivo del Coordinamento sindacale un Protocollo d’Intesa sul Modello Produttivo e sul Sistema degli Appalti, un documento che inaugura una nuova stagione per la qualità del lavoro, la legalità e la sicurezza negli stabilimenti del Gruppo.

La notizia è rilevante non solo per la portata dell’accordo, ma per il percorso che ha portato alla sua firma: un lavoro iniziato a inizio 2025 e culminato oggi in un impianto regolatorio avanzato, capace di unire competitività industriale e tutela sociale.

Un patto strategico per modernizzare la filiera

Il Protocollo interviene su due fronti cruciali: lo sviluppo del modello produttivo e la riforma degli appalti della filiera.

L’obiettivo è costruire un ambiente lavorativo più trasparente, sicuro e sostenibile, accompagnando la crescita industriale con strumenti che migliorano concretamente le condizioni dei lavoratori, soprattutto nei settori più delicati della subfornitura.

Vengono valorizzate, inoltre, le iniziative avviate da Fincantieri per ridurre il mismatch occupazionale attraverso programmi di recruiting mirati e processi avanzati di innovazione tecnologica.

Appalti più semplici, controlli più forti

Uno dei punti cardine dell’accordo riguarda proprio gli appalti:
la semplificazione del sistema, il rafforzamento delle verifiche e il miglioramento dei controlli diventano pilastri per garantire trasparenza e qualità.

A supporto di queste misure trovano applicazione:

  • gli accordi con ASSE.CO.,

  • il Protocollo Quadro con il Ministero dell’Interno,

  • l’intesa con la Guardia di Finanza.

Un insieme di strumenti che mira a elevare gli standard dell’intera filiera e prevenire situazioni di irregolarità.

Più tutele sociali e più sicurezza per i lavoratori

L’intesa investe anche in integrazione e protezione sociale, potenziando gli strumenti dedicati ai lavoratori degli appalti:
– mediazione culturale,
– corsi di lingua italiana,
– iniziative per il miglioramento dell’accesso ai diritti.

Sul fronte sicurezza, il Protocollo consolida le azioni del Piano di Rafforzamento delle Safety, con misure dedicate a ridurre i rischi e promuovere una cultura della prevenzione.

Un nuovo modello partecipativo

Tra gli elementi più innovativi dell’accordo c’è il potenziamento del modello partecipativo delle relazioni industriali.
Nasce la Commissione nazionale Sistema Produttivo e Appalti, nuovo organo di monitoraggio continuo del modello produttivo e delle dinamiche occupazionali nei siti del Gruppo.

Un tassello fondamentale per anticipare criticità, favorire la continuità lavorativa e sostenere la stabilità della filiera nel rispetto delle prerogative datoriali. 

Un accordo che, nelle parole del management, segna un salto di qualità nella governance della filiera.
Come sottolinea Luciano Sale, Direttore Human Resources & Real Estate di Fincantieri:

“La firma di questo Protocollo costituisce un passaggio fondamentale nel percorso di crescita della nostra filiera, perché rappresenta una visione condivisa che mette al centro la qualità del lavoro, la sicurezza, la legalità e la valorizzazione delle persone. L’accordo, risultato di un confronto costruttivo con le Organizzazioni sindacali, ci permette di affrontare con ancora maggiore solidità e trasparenza le sfide del nostro modello produttivo, accompagnando l’evoluzione industriale con strumenti innovativi e una gestione condivisa. È un impegno concreto per un sistema di appalti più qualificato, più sicuro e più sostenibile.”

Parole che restituiscono la portata dell’intesa: un impegno strutturale, non episodico, per una filiera più forte e un modello industriale più responsabile.

Una rivoluzione silenziosa ma profonda

Con questo Protocollo, Fincantieri introduce una visione che potrebbe fare scuola nel panorama industriale italiano:
unire crescita produttiva e giustizia sociale, creare appalti più qualificati e una filiera più protetta, valorizzare persone e competenze come veri asset strategici.

Una rivoluzione silenziosa, ma concreta.