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Frattura d’élite. Elon Musk attacca Trump sul bilancio USA

 
Frattura d’élite. Elon Musk attacca Trump sul bilancio USA

L’equilibrio già precario tra Elon Musk e Donald Trump esplode pubblicamente: l’uomo più ricco del mondo ha attaccato duramente il disegno di legge di bilancio sostenuto dal presidente, definendolo «un abominio ripugnante»

Lo ha fatto in un post esplosivo sulla sua piattaforma social X, in cui ha scritto: “Mi dispiace, ma non ne posso più. Questo enorme, scandaloso e clientelare disegno di legge di bilancio è un ripugnante abominio. Vergogna a chi l’ha votato: lo sapete che avete sbagliato. Lo sapete.” La rottura, che giunge a pochi mesi dalle elezioni presidenziali del 2026, arriva al culmine di settimane di tensioni su un pacchetto legislativo che proroga i maxi-crediti d’imposta dell’era Trump, aumenta la spesa per sicurezza nazionale e frontiere di 350 miliardi di dollari e prevede l’estensione delle detrazioni fiscali fino al 2029.

La portavoce della Casa Bianca replica

A stretto giro, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha replicato con toni opposti: “È un disegno di legge fantastico e bellissimo e lui lo rispetta”. Il testo, già approvato dalla Camera, è ora al vaglio del Senato in una maratona legislativa che si preannuncia tesa: secondo le stime del Congressional Budget Office (CBO), il provvedimento potrebbe far crescere il deficit federale fino a 4.000 miliardi di dollari in dieci anni. Solo le misure fiscali costerebbero 3,8 miliardi, mentre Musk parla apertamente di un “buco da 2,5 trilioni di dollari”.

La frattura è tanto politica quanto personale

Dopo aver sostenuto Trump con almeno 250 milioni di dollari nel 2024, Musk ha lasciato il suo ruolo nel DOGE – l’organismo federale per il taglio della spesa pubblica – e si è allontanato dal presidente. “Sono rimasto deluso da questo enorme disegno di spesa pubblica”, ha dichiarato a CBS News, accusando il piano di affossare il bilancio e ignorare il debito pubblico. L’amarezza è anche industriale: il provvedimento prevede tagli agli incentivi per i veicoli elettrici e per le tecnologie emergenti, colpendo indirettamente Tesla e SpaceX, che detiene contratti strategici per la difesa.

Anche altri senatori repubblicani condividono le preoccupazioni

Se la frattura Musk-Trump polarizza l’attenzione, anche altri senatori repubblicani – come Rand Paul e Mike Lee – condividono le preoccupazioni sul deficit e sull’inflazione. “Possiamo e dobbiamo fare meglio” – ha scritto Paul su X. “La spesa federale è fuori controllo” – ha aggiunto Lee. Curiosamente, anche alcuni esponenti democratici accolgono con favore le parole di Musk, giudicandole “una critica utile e trasversale” a una legge che – dicono – “rischia di sacrificare le famiglie americane per favorire pochi interessi”.

Nel suo stile, Musk ha concluso la raffica di post con un messaggio di sfida al Congresso: “A novembre del prossimo anno, licenzieremo tutti i politici che hanno tradito il popolo americano”. Un segnale forte che, a meno di sorprese, Musk non sarà più lo stratega invisibile delle campagne repubblicane. Ma resta, a tutti gli effetti, l’imprenditore più influente – e temuto – d’America.

Annachiara Albanese