Già oggi l'intelligenza artificiale potrebbe sostituire l'11,7% della forza lavoro degli Stati Uniti. A sostenerlo è uno studio del Massachusetts Institute of Technology, condotto ad ottobre e di cui ora sono state rese note le conclusioni.
L'IA già oggi potrebbe sostituire l'11,7% della forza lavoro degli Stati Uniti
Il rapporto del Mit (una delle istituzioni universitarie più prestigiose del Paese) evidenzia che le capacità tecniche dell'intelligenza artificiale si estendono a "compiti cognitivi e amministrativi" che rappresentano l'11,7% del mercato del lavoro statunitense. Questa cifra rappresenta anche circa 1,2 trilioni di dollari in valore salariale nei settori finanziario, sanitario e dei servizi professionali.
Secondo lo studio, l'attuale adozione dell'intelligenza artificiale negli Stati Uniti è concentrata nei lavori tecnologici distribuiti in tutti gli Stati e che rappresentano il 2,2% del valore salariale del mercato del lavoro.
Lo studio è stato condotto utilizzando il cosiddetto Iceberg Index, uno strumento creato dal MIT e dall'Oak Ridge National Laboratory che rappresenta 151 milioni di lavoratori nel Paese e descrive nel dettaglio gli effetti che l'intelligenza artificiale ha sul loro lavoro.
L'indice analizza il modo in cui l'intelligenza artificiale può trasformare il mercato del lavoro statunitense ed è particolarmente utile per i decisori politici che pianificano investimenti multimiliardari nella formazione dei dipendenti.
Tuttavia, lo studio insiste nel dire che non prevede "perdite di posti di lavoro, tempi di adozione o effetti netti sull'occupazione", esortando i decisori politici a interpretare l'indice "come una mappa delle capacità".
"L'impatto reale sulla popolazione attiva dipende dalle strategie di adozione delle aziende, dall'adattamento dei lavoratori, dalle decisioni normative, dall'accettazione sociale e dalle condizioni economiche generali", ribadisce il rapporto.