• Non è solo luce e gas, è l'energia di casa tua.
  • Un museo. Quattro Sedi. IntesaSanPaolo
  • La piattaforma di wealth planning
  • Italpress Agenzia di stampa

Perché in inverno crolliamo dal sonno, la scienza svela cosa succede davvero al nostro corpo

 
Perché in inverno crolliamo dal sonno, la scienza svela cosa succede davvero al nostro corpo
Redazione

Con l’arrivo dell’inverno molti di noi sentono il bisogno di dormire di più e restare sotto le coperte più a lungo. Non è solo un’impressione: il nostro corpo reagisce ai cambiamenti stagionali in modo naturale. Uno dei principali motivi è la luce. Le giornate più corte riducono l’esposizione alla luce naturale, che regola la produzione di melatonina, un ormone naturale prodotto principalmente dalla ghiandola pineale, una piccola struttura situata nel cervello. Meno luce significa che il corpo produce melatonina prima o in quantità maggiore, facendoci sentire più assonnati.

Perché in inverno abbiamo più sonno: il ruolo della luce e della melatonina

Anche il nostro ritmo circadiano, l’orologio biologico interno, si adatta alla luce disponibile. Studi su studenti universitari hanno mostrato che con meno luce diurna il ritmo si sposta, facendo tendere il sonno a iniziare più tardi e a durare di più. Non solo la durata del sonno cambia, ma anche la sua qualità. Una ricerca condotta in Germania, su quasi trecento pazienti con insonnia o disturbi del sonno ha rilevato che in inverno la fase REM, quella in cui sogniamo, aumenta di circa trenta minuti, favorendo un riposo più profondo. Il dato, però, non è riferibile all’intera popolazione.

La sensibilità della retina alla luce gioca un ruolo importante. In inverno il sistema melanopsinico percepisce meglio la luce debole, aumentando gli effetti della luce serale sul nostro ritmo sonno‑veglia. Anche la temperatura ambientale aiuta: le notti più fresche facilitano il raffreddamento del corpo necessario per dormire, rendendo il sonno più lungo e stabile.

Studi su popolazioni che vivono in zone estreme, come l’Artico, mostrano importanti spostamenti del ritmo sonno–veglia nelle stagioni con sole scarso o assente e una tendenza a fasi ritardate.

Come il ritmo circadiano cambia con il freddo e le giornate più corte

Tuttavia, non significa che il nostro fabbisogno di sonno aumenti davvero. Come sottolinea la psicologa Jennifer Martin, citata da Internazionale, la quantità di sonno necessaria non cambia con le stagioni: ci sentiamo più stanchi perché il nostro ritmo biologico è leggermente sfasato, non perché serva dormire molto di più. Quello che cambia è la sincronizzazione del ritmo circadiano e la percezione della sonnolenza, spesso maggiore in inverno.

D’inverno, quindi, dormiamo di più perché il nostro corpo risponde alla minore luce, produce più melatonina, regola il ritmo circadiano e beneficia di temperature più fresche. Questi cambiamenti ci fanno sentire più assonnati e portano ad un sonno più lungo e profondo. Conoscere questi meccanismi aiuta a mantenere abitudini sane, ad esempio esponendosi alla luce del mattino e mantenendo routine regolari, anche nei mesi più bui.