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L'Italia è tra firmatari del documento sulla competitività europea

 
L'Italia è tra firmatari del documento sulla competitività europea
Redazione

L'Italia, insieme a Spagna, Germania, Francia, e altri tredici Paesi europei, ha firmato la cosiddetta "Dichiarazione di Berlino", un documento con cui queste nazioni cercano di rafforzare la competitività europea con cinque misure per l'Unione per migliorare le sue prestazioni economiche in un contesto di "feroce concorrenza globale".

L'Italia è tra firmatari del documento sulla competitività europea

Per affrontare questa e altre sfide internazionali, come gli effetti del cambiamento climatico, le tensioni commerciali o l'aumento dei costi dell'energia, il documento sostenuto dalle diciassette nazioni sostiene l'attuazione di iniziative per migliorare la produttività, in linea con le esigenze evidenziate dal Rapporto Draghi 2024.

Il rapporto ha sottolineato, tra le altre cose, la necessità europea di rafforzare la propria sovranità economica e la propria capacità di innovazione, oltre ad affrontare la sicurezza del blocco e la necessità contemporanea di rafforzare le proprie basi industriali e tecnologiche.

"L'Europa ha bisogno di un'industria unita di fronte alle grandi opportunità. Insieme dobbiamo fornire un quadro affidabile e dare slancio alla crescita, all'innovazione e alla competitività", ha dichiarato il ministro spagnolo dell'Industria e del Turismo, Jordi Hereu, dopo la firma della dichiarazione in una dichiarazione del suo dipartimento.
In questo senso, il documento firmato a Berlino stabilisce cinque punti per guidare l'azione europea alla ricerca del miglioramento della produttività e dei risultati economici.

L'obiettivo è ridurre la burocrazia, applicare l'intelligenza artificiale nei processi industriali, creare "mercati europei leader", incoraggiare la resilienza industriale e sfruttare il potenziale innovativo del settore della sicurezza con la creazione di un'agenzia per l'innovazione della difesa, oltre a concentrarsi sulle industrie automobilistiche e Con "la necessaria semplificazione amministrativa europea" cerca di garantire "flessibilità alle aziende nelle procedure per autorizzare la loro attività", secondo la dichiarazione.

D'altra parte, chiede "l'applicazione dell'intelligenza artificiale nei processi di produzione industriale per aumentare la competitività", dato che la trasformazione digitale "non è solo un problema per le start-up e le aziende tecnologiche, ma è fondamentale per un'industria europea competitiva e sovrana, in particolare il settore manifatturiero".

Inoltre, secondo il documento, "è importante sfruttare il potere d'acquisto degli enti pubblici e utilizzare strategicamente gli appalti pubblici, così come altri schemi di incentivi pubblici nazionali e dell'UE, per sostenere i principali mercati europei", si legge nella dichiarazione.

Nel quarto punto della dichiarazione, che allude alla resilienza dell'industria, si sottolinea anche l'interesse a "sfruttare il potenziale di innovazione dei settori della difesa, con particolare attenzione alle materie prime critiche", e a creare un'Agenzia per l'innovazione della difesa nell'UE.

Con un occhio al cambiamento climatico, i Paesi firmatari della dichiarazione chiedono "la promozione di etichette di prodotto convalidate dall'UE che indichino l'impronta di carbonio".
Il quinto punto si riferisce anche agli impegni dell'UE in materia di clima e all'attuale trasformazione industriale, in quanto "affronta la leadership nell'innovazione e la creazione di valore dell'industria in Europa, concentrandosi sull'industria automobilistica e biotecnologica".

A tal proposito, conclude la nota, "si richiede la diffusione di veicoli a basse e zero emissioni e l'espansione delle infrastrutture di ricarica e fornitura dell'idrogeno, per decarbonizzare le flotte aziendali".
I Paesi firmatari, nsieme a Spagna, Germania, Francia e Italia, sono Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica ceca, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.