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Il ritorno dell’Italia: come abbiamo superato Francia e UK

 
Il ritorno dell’Italia: come abbiamo superato Francia e UK
di Luca Lippi

L’Italia non più fanalino di coda

L’Italia, per una volta, non è il fanalino di coda. La nostra economia sta mostrando una tenuta migliore di quella di Francia e Regno Unito: la ricchezza pro capite ha superato quella inglese e i nostri titoli di Stato sono quasi più solidi di quelli francesi.

Il segreto? Non solo le nostre scelte, come tagli alle imposte e aiuti alle imprese, ma soprattutto le difficoltà dei nostri vicini. La Francia è frenata da un debito enorme e da crisi di governo, mentre il Regno Unito è impantanato tra problemi strutturali e un crescente conflitto sociale. Così, mentre due giganti zoppicano, l’Italia, quasi senza accorgersene, guadagna terreno.

Il sorpasso: i dati economici

L’Italia sta registrando una performance economica migliore di Francia e Regno Unito, basata su due risultati chiave.

Il primo riguarda i BTP italiani a 10 anni: il rendimento ha quasi raggiunto quello dei loro omologhi francesi, con una differenza minima di circa lo 0,2%. Questo segnale mostra che gli investitori internazionali si fidano della stabilità economica italiana quasi quanto di quella francese.

Il secondo dato, evidenziato dal Sole 24 Ore sulla base delle stime della Banca Mondiale, è ancora più significativo: per la prima volta dal 2001, il PIL pro capite italiano ha superato quello del Regno Unito. Corretto per il costo della vita, il PIL per abitante ha raggiunto in Italia i 60.847 dollari, contro i 60.620 dollari britannici.

La crisi francese: debito e instabilità

La Francia è schiacciata da due problemi principali: un tessuto sociale lacerato da proteste e tensioni e, soprattutto, un debito pubblico fuori controllo. Oltre 3.400 miliardi di euro e un deficit in costante crescita paralizzano l’economia.

A peggiorare il quadro c’è l’instabilità politica: governi deboli, riforme difficili e proteste violente. L’esempio più evidente è la riforma delle pensioni, approvata da Macron nel 2023 con forte opposizione sociale. Questa paralisi erode la fiducia degli investitori e aumenta il peso politico di Marine Le Pen.

Le difficoltà del Regno Unito: austerità e povertà

Il sorpasso italiano sul Regno Unito ha anche una spiegazione demografica: la popolazione britannica cresce, quella italiana cala. Ma il vero nodo è l’eredità di oltre dieci anni di politiche di austerità e gli effetti della Brexit, che hanno aumentato la povertà e ridotto gli investimenti.

Il tasso di povertà assoluta è salito al 18% (quasi il doppio di quello italiano). Il nuovo governo laburista di Keir Starmer deve scegliere tra aumentare le tasse o tagliare altri servizi, rischiando la tenuta sociale e politica del Paese.

I meriti dell’Italia

Pur non vivendo un boom economico, l’Italia ha un vantaggio: la stabilità politica. L’attuale governo è il quarto più longevo della Repubblica e ha adottato politiche economiche prudenti, riducendo il deficit pubblico dal 7,2% al 3,8% tra 2023 e 2024.

Il ritorno a un avanzo primario ha rafforzato la fiducia dei mercati, seppur a costo di una pressione fiscale elevata (42,6%) e di risorse limitate per nuovi investimenti, anche a causa del Superbonus.

Stabilità o immobilismo?

La stabilità politica e la gestione prudente dei conti hanno migliorato l’immagine dell’Italia sui mercati, ma il rischio è quello dell’immobilismo.

La produzione industriale è in calo da 26 mesi, i salari reali hanno perso il 7,5% del potere d’acquisto dal 2021 e il sistema sanitario è sotto pressione.

In conclusione, l’attuale vantaggio italiano nasce da una gestione più professionale e dalle difficoltà di Francia e Regno Unito. Ma senza riforme coraggiose e una visione di crescita a lungo termine, la stabilità potrebbe trasformarsi in stagnazione.