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Il cibo eterno: perché il miele può durare millenni (e resta ancora commestibile)

 
Il cibo eterno: perché il miele può durare millenni (e resta ancora commestibile)
Redazione

Il miele è un alimento unico perché, se conservato correttamente, non ha una vera e propria scadenza. La sua composizione chimica lo rende infatti inospitale per batteri e muffe, garantendo una durata estremamente lunga. La maggior parte del miele è costituita da zuccheri, generalmente tra il 75 e l’80 %, mentre il contenuto d’acqua è inferiore al 18–20 %.

Il cibo eterno: perché il miele può durare millenni (e resta ancora commestibile)

Questa combinazione riduce drasticamente la possibilità di crescita microbica, perché l’acqua presente viene assorbita dagli zuccheri, provocando la disidratazione dei microrganismi e impedendone la sopravvivenza.

Il miele è inoltre naturalmente acido, con un pH compreso tra 3 e 4,5, altro fattore che ostacola la proliferazione batterica. Le api aggiungono durante la produzione enzimi come la glucosio ossidasi, che trasforma parte del glucosio in acido gluconico e perossido di idrogeno, una sostanza dotata di proprietà antimicrobiche. L’insieme di questi elementi crea un ambiente ostile ai microrganismi e rende il miele un alimento altamente stabile dal punto di vista microbiologico.

La data riportata sulle confezioni indica il termine minimo di conservazione (TMC), non una scadenza. Essa serve esclusivamente a segnalare il periodo in cui il prodotto mantiene al meglio aroma, consistenza e caratteristiche organolettiche, ma non indica che il miele diventi unsafe o non commestibile oltre quel limite.

Il miele accompagna l’uomo fin dall’antichità. Gli Egizi lo utilizzavano come dolcificante, medicinale e offerta funebre, e in alcune tombe dei faraoni sono stati ritrovati vasetti ancora integri e conservati dopo oltre tremila anni. Anche Babilonesi e Greci conoscevano bene le sue proprietà: i Greci lo impiegavano nella preparazione di dolci e unguenti, mentre i Babilonesi lo usavano in riti e pratiche religiose. Ritrovamenti archeologici confermano che il miele può restare commestibile per millenni se conservato lontano da calore, umidità e luce diretta.

Nel tempo il miele può cristallizzare o scurirsi: si tratta di processi naturali dovuti alla sua composizione e non indicano deterioramento. È sufficiente riscaldarlo delicatamente a bagnomaria per farlo tornare liquido, evitando però temperature troppo elevate che potrebbero alterare i suoi aromi e i suoi enzimi.

È comunque importante prestare attenzione alle contaminazioni esterne: l’esposizione prolungata all’aria, l’aumento dell’umidità o l’uso di utensili sporchi possono favorire fermentazioni indesiderate. Per questo motivo il miele va conservato in contenitori chiusi ermeticamente, preferibilmente di vetro, in un luogo fresco, asciutto ed al riparo dalla luce.