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L’oro che nasce sugli alberi: tra microbi, scienza e antichi sogni alchemici

 
L’oro che nasce sugli alberi: tra microbi, scienza e antichi sogni alchemici
Redazione

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Oulu, in Finlandia, ha fatto una scoperta sorprendente: in alcuni abeti rossi sono state trovate piccole particelle d’oro. A produrle sarebbero alcuni batteri che vivono all’interno degli alberi. I ricercatori hanno raccolto 138 campioni di aghi da 23 alberi vicini alla miniera d’oro di Kittilä. In quattro di questi alberi sono state individuate nanoparticelle d’oro, associate a sottili strati di batteri (biofilm). L’analisi del DNA ha rivelato che certi microbi, tra cui P3OB-42, Cutibacterium e Corynebacterium, erano presenti soprattutto negli aghi che contenevano oro.

L’oro che nasce sugli alberi: tra microbi, scienza e antichi sogni alchemici

Secondo gli scienziati, l’acqua del suolo trasporta l’oro in forma solubile attraverso le radici degli alberi. I batteri, vivendo nei tessuti vegetali, favoriscono la trasformazione di questo oro solubile in particelle solide. Questo processo si chiama biomineralizzazione. Per ora queste particelle sono troppo piccole per essere usate a livello industriale, ma la scoperta potrebbe aiutare ad individuare zone ricche d’oro o a recuperare metalli preziosi da acque inquinate.

L’idea che l’oro possa nascere da un processo naturale ricorda i sogni degli antichi alchimisti. L’alchimia, nata nell’antico Egitto e sviluppata nel mondo arabo e in Europa, cercava proprio di trasformare metalli comuni in oro. Gli alchimisti usavano simboli, credenze spirituali e metodi pratici. Cercavano anche la pietra filosofale e l’elisir di lunga vita.

Nel XVII secolo, scienziati come Robert Boyle iniziarono a distinguere tra chimica e alchimia. A fine ’700, Antoine Lavoisier definì gli elementi chimici ed introdusse il metodo scientifico nella chimica. Nel secolo successivo, lo svedese Jöns Jacob Berzelius rese la chimica ancora più precisa: introdusse i simboli che usiamo ancora oggi per rappresentare gli elementi (come H per l’idrogeno e O per l’ossigeno), misurò i pesi atomici e contribuì a ordinare le sostanze secondo regole chiare e verificabili. Il suo lavoro aiutò a trasformare la chimica in una scienza moderna, affidabile e comunicabile ovunque.

La scoperta finlandese rappresenta una nuova tappa in questo lungo percorso. Lontano dalle magie degli alchimisti, oggi la scienza ci mostra come piccolissimi esseri viventi possano modificare la materia in modo preciso. Se un tempo l’oro era simbolo di perfezione e mistero, oggi può diventare anche il risultato di un processo naturale guidato da batteri. Unendo scienza e natura, questa scoperta ci ricorda che anche i sogni più antichi possono trovare una forma nuova nel mondo moderno.