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I resti di un piede, vecchi di milioni di anni, potrebbero riscrivere la storia dei primi "essere umani"

 
I resti di un piede, vecchi di milioni di anni, potrebbero riscrivere la storia dei primi 'essere umani'
Redazione

Per decenni, Lucy, l'ominide scoperto nel 1974, in Etiopia, è stata considerato un punto fermo nella ricostruzione dell'evoluzione. Ora c'è una svolta, con la scoperta di un misterioso piede trovato anch'esso in Etiopia e che apparteneva ad un progenitore finora sconosciuto.

I resti di un piede, vecchi di milioni di anni, potrebbero riscrivere la storia dei primi "essere umani"

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, la specie, risalente a circa 3,4 milioni di anni fa, era probabilmente simile a Lucy, vissuta nella zona più o meno nello stesso periodo. Ma i ricercatori hanno scoperto che il piede di Burtele, che prende il nome dal luogo in cui è stato scoperto nel 2009 nell'Etiopia nordorientale, era inequivocabilmente diverso.

Con un alluce opponibile simile al pollice umano, il piede fossilizzato di Burtele suggerisce che il suo proprietario fosse un abile scalatore, che trascorreva più tempo sugli alberi di Lucy, afferma lo studio. Per decenni, la specie di Lucy è stata considerata l'antenata di tutti gli ominidi successivi: un antico parente più strettamente imparentato con gli esseri umani, compreso l'Homo sapiens, che con gli scimpanzé.

Gli scienziati non sono stati in grado di confermare che il piede appartenesse a una nuova specie finché non hanno potuto studiare nuovi fossili, tra cui una mascella con 12 denti, rinvenuti nello stesso sito.
Dopo averli identificati come Australopithecus deyiremeda, scoprirono che il piede di Burtele apparteneva alla stessa specie.

Lo studio ha anche esaminato come queste specie condividessero lo stesso ambiente. Il team di ricerca, guidato da Yohannes Haile-Selassie dell'Arizona State University, ha concluso che la nuova specie trascorreva gran parte del suo tempo nella foresta.

Secondo lo studio, Lucy, o Australopithecus afarensis, probabilmente vagava per il terreno, prima di suggerire che le due specie avevano diete diverse e utilizzavano il paesaggio in modi diversi. Secondo lo studio, molteplici esami dei denti appena ritrovati hanno indicato che l'Australopithecus deyiremeda era più primitivo di Lucy e probabilmente si nutriva di foglie, frutta e noci. Queste differenze hanno quindi confermato che l'evoluzione umana non è stata un percorso diretto, in cui una specie si trasformava in quella successiva.