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Oro, il vero scudo dell’Italia: così le riserve della Banca d’Italia rafforzano la nostra stabilità

 
Oro, il vero scudo dell’Italia: così le riserve della Banca d’Italia rafforzano la nostra stabilità
Redazione

In Italia l’oro è tradizionalmente considerato un bene rifugio, capace di preservare valore nei periodi d’instabilità economica. Le informazioni ufficiali provengono dalla Banca d’Italia, che detiene 2.452 tonnellate di oro nelle proprie riserve. Si tratta di uno dei quantitativi più elevati al mondo: l’Italia occupa infatti la terza posizione mondiale per riserve auree ufficiali, dopo Stati Uniti e Germania, secondo le statistiche internazionali più accreditate.

Oro, il vero scudo dell’Italia: così le riserve della Banca d’Italia rafforzano la nostra stabilità

Le riserve sono costituite prevalentemente da lingotti, di vari formati e pesi e solo in misura ridotta da monete d’oro. Una quota significativa - circa 1.100 tonnellate - è custodita nei caveau della Banca d’Italia a Roma, in strutture ad alta sicurezza concepite per garantire la massima protezione del metallo prezioso. Il resto è conservato presso depositi situati all’estero, principalmente negli Stati Uniti, in Svizzera e nel Regno Unito. Questa distribuzione geografica risponde a criteri consolidati di diversificazione, che consentono di mitigare i rischi legati ad eventuali crisi locali e di facilitare, se necessario, operazioni finanziarie internazionali.

Il valore economico di queste riserve è molto elevato. In base alle quotazioni attuali del mercato dell’oro, il controvalore complessivo del patrimonio aureo della Banca d’Italia è nell’ordine di centinaia di miliardi di euro, variabile naturalmente in rapporto all’andamento dei prezzi internazionali. L’oro rappresenta una quota significativa delle riserve ufficiali nazionali e contribuisce in modo decisivo alla credibilità del Paese nei confronti degli investitori e delle istituzioni finanziarie globali.

La consistenza delle riserve auree italiane è il risultato di scelte di lungo periodo. L’accumulo è avvenuto in modo particolarmente intenso nel secondo dopoguerra, con l’obiettivo di rafforzare la stabilità monetaria e di dotare il Paese di un patrimonio riconosciuto ed accettato a livello internazionale. L’oro, infatti, non dipende dalle politiche economiche di altri Stati, non è soggetto al rischio di insolvenza e tende a mantenere nel tempo un potere d’acquisto relativamente stabile, qualità che lo rendono una garanzia nei momenti di tensione finanziaria, economica o geopolitica.

Dai dati ufficiali emerge quindi che l’Italia dispone di una delle maggiori riserve auree al mondo: 2.452 tonnellate, conservate tra Roma e depositi esteri. Questo patrimonio continua a rappresentare un pilastro della stabilità economica del Paese ed una riserva strategica fondamentale. La sua presenza contribuisce non solo alla solidità del sistema finanziario, ma anche alla fiducia complessiva nelle istituzioni economiche italiane, rafforzando il ruolo dell’Italia nel contesto europeo e internazionale.