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RISVEGLI: GOOGLE INDICA LA VIA

 
RISVEGLI: GOOGLE INDICA LA VIA

La trimestrale di Google mette tutti d’accordo. Riporterà i riflettori sulla leadership della tecnologia?

di Luca Lippi

Questa è la sensazione che si percepisce dopo oltre tre mesi di navigazione a vista tra malumori, teorie assenti di solidità e “fiducie” valutate come dogmi matematici.

Per tornare a una “parvenza” di normalità è necessario resettare tutto. L’overdose di informazioni che hanno soffocato il risparmiatore negli ultimi mesi ha creato più sconforto che reale confusione. Gli investitori istituzionali necessitano di riferimenti essenziali, in momenti come quello in corso d’opera, anche un solo “faro” conferisce robustezza ed essenzialità, un appiglio concreto ed affidabile dal quale pianificare una strategia e uscire dal vortice. Senza una ripartenza corale dei grandi nomi tecnologici, ogni tentativo di recupero - o anche solo di rally - rischia di essere fragile e poco credibile.

SIAMO ALLA FINE DEL “RIBASSISMO”

Il mare è ancora troppo “grosso” per sperare una bonaccia a breve. La volatilità sta - molto lentamente – lasciando il ruolo di protagonista, la flebile risacca non tranquillizza i mercati – nonostante un buon recupero - perchè restano molte incertezze tra Fed, trimestrali e imprevedibilità per i comportamenti bizzarri di Trump.

La novità più rilevante è la volatilità sui beni rifugio, anch’essi vittime dell’incertezza. L’oro ritraccia dopo avere toccato stratosferici record a 3500 USD/oncia. La trimestrale di Google conferma che non potrà esserci rialzo consistente senza l'industria tech. Questo sarà un tema forte sia a breve, sia a medio termine

COME SI CAMBIA

Ogni rimbalzo viene accolto con la massima cautela, gli entusiasmi sono ormai un lontano ricordo. È la lettura di uno stato di fatto confermato dal metallo giallo, bene rifugio per eccellenza che, dopo essere cresciuto di oltre il 18 per cento in sole dieci sedute, torna indietro con altrettanta sollecitudine. Normalmente, rifugiarsi significa ripararsi dalla tempesta, ma quando anche i rifugi diventano insicuri, figurarsi il panico che sopravviene tra gli operatori di azioni e bond. La conseguenza di tanta incertezza rende meno solido il recupero degli asset di rischio. È veramente complicato elaborare strategie con l’instabilità umorale che la fa da padrona.

GOOGLE LANCIA LE SCIALUPPE

I risultati della trimestrale di Google hanno battuto le stime degli analisti, soprattutto per quanto riguarda l’utile per azione. Tuttavia è utile sottolineare che parte di questo aumento è stato generato da un aumento degli investimenti da parte di Alphabet, quindi non del business operativo. In sintesi (Fonte Ansa) Alphabet segna un utile netto del 46 per cento a 34,5 miliardi di dollari rispetto ai 23,7 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, i ricavi sono saliti del 12 per cento a 90,23 miliardi. A spingere sono state le attività core di ricerca e pubblicità di Google, i cui ricavi sono saliti del 10 per cento a 50,7 miliardi, sconfessando gli analisti che avevano azzardato una previsione meno performante – otto per cento -. La divisione di cloud computing ha sperimentato un aumento dei ricavi del 28 per cento a 12,3 miliardi, confermando la sostenuta domanda per i suoi data center e i servizi di network per il boom dell'Intelligenza artificiale.

IL SEGNALE

Molto banale, col senno di poi, elogiare il settore tech dopo il conforto dei dati di cui sopra. In realtà Alphabet ha solo suonato la sveglia. Se è vero, come è vero, che il mercato è cambiato radicalmente, che i vecchi “numeri” di riferimento oggi non hanno più alcun valore avendo ceduto la loro credibilità alle incertezze politiche e al disordine procurato da una personalità troppo volubile o concentrata a nascondere ogni elemento di prevedibilità, il settore tech ci dice “On a remis l'église au milieu du village”. Senza una ripartenza corale dei grandi nomi tecnologici, ogni tentativo di recupero - o anche solo di rally - rischia di essere fragile e poco credibile.

Il settore tecnologico rimane un'area con un enorme potenziale a lungo termine grazie alla sua centralità nell'economia moderna e alla continua innovazione. La tecnologia è al centro dell'innovazione in quasi tutti i settori. Intelligenza Artificiale (AI), cloud computing, cybersecurity, 5G/6G, Internet of Things (IoT), biotecnologie, fintech, energie rinnovabili. Sono tutte aree con un potenziale di crescita enorme e la tecnologia ne è il cuore. La trasformazione digitale delle aziende e delle società è un processo in corso e tutt'altro che concluso. C'è ancora una vasta domanda di software, hardware, servizi cloud e infrastrutture digitali. Il settore è indispensabile per la produttività, la comunicazione, l'intrattenimento.

ATTUALMENTE TUTTA L'INDUSTRIA TECH SOFFRE

Nonostante le dimensioni raggiunte da alcune aziende, il settore tech ha spesso un potenziale di crescita degli utili superiore rispetto a settori più maturi e tradizionali. Le più grandi aziende tecnologiche hanno bilanci solidi, grandi riserve di liquidità e generano flussi di cassa consistenti, che permettono loro di investire, fare acquisizioni e resistere a periodi economici difficili.

Nella situazione attuale c’è da dire che tutta l’industria tech tende a soffrire di più quando i tassi d'interesse aumentano, perché questo riduce il valore dei profitti futuri attesi, ma questo è un elemento di attenzione sia della politica fiscale sia della politica economica degli USA. Al netto di problematiche legate all’attività regolatoria di molti Paesi sulle big tech, riguardo a temi come antitrust, privacy dei dati, disinformazione e tassazione, è senza dubbio il settore capace di imporre il mercato finanziario come elemento di riferimento – e non una bandiera al vento – per l’economia.

Il mercato finanziario è il campo dove prende vita l’economia di ogni Paese. Il luogo naturale dove il capitale trova l’incrocio tra chi ha denaro in eccesso (risparmiatori, investitori) e chi ne ha bisogno (imprese, governi, individui). È un meccanismo cruciale per il funzionamento e la crescita dell'economia reale.