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Leonardo e Fincantieri protagoniste del boom della spesa militare mondiale

 
Leonardo e Fincantieri protagoniste del boom della spesa militare mondiale
di Pietro Romano

La spesa militare globale è cresciuta bruscamente nel 2024.
Lo rileva l’indagine annuale del Sipri, il pensatoio sulla difesa con sede a Stoccolma ritenuto tra i più affidabili al mondo.
Per la precisione le entrate dei primi cento gruppi industriali del settore hanno registrato un incremento anno su anno pari al 5,9% per un fatturato complessivo di 679 miliardi di dollari.
Guerre in corso e guerre temute, e anche anni e anni di spesa ridotta dopo la fine della “guerra fredda”, sono i motivi dell’exploit.

Nella “top ten” del comparto primeggia la società statunitense Lockheed Martin con un giro d’affari di 64,65 miliardi di dollari.
A completare il podio altri due gruppi “a stelle & strisce”RTX e Northrop Grumman.
Al quarto posto la britannica BAE Systems, unica europea nelle prime dieci posizioni.
Quindi, due altre società Usa (General Dynamics e Boeing), la russa Rostec, le cinesi AVIC e CETC e ancora l’americana L3Harris.

Nel complesso i due “campioni” italiani in graduatoria (Leonardo e Fincantieri) hanno permesso al nostro Paese di incrementare del 9,1% il giro d’affari mondiale, assicurandosi il 2,5% del mercato globalesesto Stato al mondo.

Leonardo è al 12esimo posto in classifica (era 13esima) e risulta seconda in Europa.
Nel 2024 il fatturato militare del gruppo italiano è stato di 13,83 miliardi di dollari, il 72% del totale.
In un anno la sua crescita è stata superiore al 10%, arrivando a contendere l’11esimo posto alla cinese Norinco.
Fincantieri si piazza al 53esimo posto della “top 100” con ricavi militari per 2,99 miliardi di dollari, circa un terzo delle entrate societarie totali, segnando un +4,5% in dodici mesi.

Quali i motivi del successo italiano, in particolare di Leonardo?
Prodotti altamente sofisticati, poco o punto a che vedere con gli armamenti convenzionaliutilizzabili anche per proteggere obiettivi civili, non solo militari, dagli aerei alle navi, alle infrastrutture.
E anche una serie di collaborazioni industriali con produttori esteri e di partenariati trans-europei, quali il consorzio missilistico Mbda.