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Spread ai minimi, manovra in salita: l’Italia tra fiducia dei mercati e tensioni politiche

 
Spread ai minimi, manovra in salita: l’Italia tra fiducia dei mercati e tensioni politiche
di Luca Lippi

Mentre lo spread crolla e le agenzie internazionali promuovono l’Italia, la manovra finanziaria rallenta tra scontri in Parlamento, nodo dell’oro di Bankitalia e caccia alle coperture.

SPREAD A PICCO, MANOVRA IN SALITA

Mentre gli investitori internazionali premiano i conti italiani, in Parlamento la maggioranza cerca l’intesa sulle coperture e si scontra con la Bce sull’oro di Bankitalia. Quindi c’è un’Italia che corre veloce sui monitor della finanza internazionale e un’altra che avanza a fatica nelle aule parlamentari. Da un lato l’entusiasmo dei mercati, dall’altro le complessità della politica alle prese con la Legge di Bilancio.

IL "MIRACOLO" DELLO SPREAD

Ieri, lo Spread tra i nostri titoli di stato (BTP) e quelli tedeschi (Bund) è sceso temporaneamente sotto i 70 punti, toccando il livello più basso degli ultimi sedici anni (lo Spread è il termometro della fiducia. Più è basso, più l’Italia è considerata un Paese sicuro su cui investire, quasi al pari della solida Germania).

Il rendimento dei BTP decennali, ovvero l’interesse che lo Stato deve pagare a chi gli presta denaro, è sceso sotto il 3,44 per cento. Per il Ministero del Tesoro è una boccata d'ossigeno e un segnale di grande fiducia.

A creare questo clima positivo hanno contribuito le "pagelle" delle grandi agenzie di rating. Moody’s, una delle autorità mondiali in materia, ha alzato il voto dell’Italia a livello "Baa2": non succedeva da 23 anni. Anche altre agenzie come S&P e Fitch hanno migliorato il loro giudizio. È come se uno studente che prendeva sempre la sufficienza, improvvisamente iniziasse a portare a casa voti più alti: gli investitori, vedendo questi voti, comprano più volentieri il debito italiano, soprattutto quello a lunga scadenza (dai 10 ai 30 anni). Al netto dell’attendibilità delle agenzie di rating che, comunque, sono molto sensibili ai “consigli” di apparati “paralaqualunque”, è comunque un segnale di stensivo da parte di chi “decide a catena” e di chi la catena la tiene.

IL TEMA DELLA MANOVRA

Mentre i mercati festeggiano, il Governo è al lavoro per chiudere il cerchio sulla Manovra finanziaria. La maggioranza sembra aver trovato la quadra su alcuni temi caldi che toccano le tasche dei cittadini e delle imprese.

Il punto più discusso riguardava gli affitti brevi (come quelli turistici): è stato confermato che la cedolare secca rimarrà al 21 per cento per chi affitta un solo immobile. Evitare un aumento significa non gravare sui piccoli proprietari.

Buone notizie anche per le aziende: evitato l’aumento dell’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) per le holding e scongiurata la doppia tassazione sui dividendi.

L’ORO E IL RICHIAMO DELL’UE

Tra i nodi ancora da sciogliere c’è una questione delicata che riguarda l’oro della Banca d’Italia. Fratelli d’Italia ha presentato una proposta per chiarire che la proprietà di quell’oro è dello Stato. Tuttavia, la Banca Centrale Europea (Bce) ha inviato un avvertimento scritto molto severo, chiedendo di ripensarci per non minacciare l’indipendenza della banca centrale. Nonostante l’irritazione politica iniziale, sembra che Ministero dell’Economia e Bankitalia stiano cercando un compromesso pacifico – a salvaguardia del rating? –

CACCIA AI FONDI

Il vero problema restano i soldi per finanziare le promesse. Il Governo aspetta di chiudere un accordo con le banche che potrebbe portare nelle casse circa 600 milioni di euro. Questi fondi sono fondamentali per coprire diverse voci:

  • La revisione di Opzione Donna

  • Il fondo contro l’antisemitismo

  • Gli aiuti per i gestori degli stabilimenti balneari

TENSIONE POLITICA ALLE STELLE

I lavori procedono a rilento. Si spera di iniziare a votare gli emendamenti la prossima settimana, ma manca ancora l’ok definitivo del Governo su molti punti. Inoltre, il clima con l’opposizione è teso. Lo scontro si è acceso sui LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni), ovvero gli standard minimi di servizi (sanità, scuola, trasporti) che devono essere garantiti in tutta Italia in modo uniforme. Il Partito Democratico minaccia ostruzionismo, il che potrebbe ritardare ulteriormente l'approvazione definitiva della legge.

CONCLUSIONE

Resta dunque il paradosso di un Paese a due velocità: promosso a pieni voti dalle agenzie internazionali, ma ancora rallentato dalle dinamiche della politica interna. La fiducia concessa dai mercati è un credito prezioso, ma non infinito. Per il Governo sarà fondamentale chiudere la partita delle coperture e trovare un’intesa con le opposizioni, dimostrando che alla stabilità finanziaria corrisponde anche una stabilità politica capace di portare a termine le riforme promesse.