Il tatuaggio è una pratica antichissima, la cui origine precisa non è nota a causa della scarsa conservazione della pelle nel tempo. La più antica testimonianza diretta di tatuaggi su un corpo umano è fornita da Ötzi, l’uomo dei ghiacci, scoperto nel 1991 nelle Alpi Venoste, al confine tra Italia ed Austria.
Da Ötzi alla Polinesia, il tatuaggio è la storia dell’umanità scritta sulla pelle
Ötzi visse circa 5.200-5.300 anni fa e sul suo corpo sono stati identificati 61 tatuaggi, realizzati con pigmento carbonioso applicato sulla pelle tramite piccole incisioni. Molti di questi tatuaggi si trovano su articolazioni come ginocchia e polsi, che presentavano già segni di degenerazione, suggerendo un possibile ruolo terapeutico.
Oltre ad Ötzi, altre mummie antiche hanno fornito evidenze di tatuaggi: in Egitto, mummie femminili e maschili del periodo predinastico e dell’Antico Regno presentano segni tatuati, tra cui motivi curvilinei e figure animali, databili ad oltre 3.000 anni a.C. Anche in Siberia, la cultura Pazyryk ha lasciato mummie con tatuaggi complessi e nel Sud America popolazioni come i Chinchorro avevano segni sotto al naso interpretati come tatuaggi. In Polinesia e tra i popoli austronesiani, il tatuaggio, noto come tatau o tā moko, era profondamente radicato nella cultura locale ed associato all’identità tribale, allo status sociale e a rituali spirituali o cerimoniali.
La diffusione del tatuaggio in Occidente aumentò con le esplorazioni europee: durante i viaggi nel Sud Pacifico tra il 1760 e il 1770, James Cook osservò le popolazioni polinesiane tatuate e riportò nei suoi diari la parola tattow, poi trascritta come tattoo, derivata dal termine tahitiano tatau. Questo non segnò l’inizio del tatuaggio, ma l’incontro tra culture con una pratica millenaria e la sua conoscenza in Europa.
Nel corso dei secoli il tatuaggio ha assunto significati diversi a seconda delle culture: poteva indicare appartenenza tribale, status sociale, protezione spirituale o avere scopi terapeutici. Con la globalizzazione e la diffusione della body art moderna, il tatuaggio è diventato anche una forma di espressione personale, artistica o commemorativa.
Oggi il tatuaggio è molto diffuso: in Italia, secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità su circa 7.600 persone dai 12 anni in su, il 12,8% della popolazione ha almeno un tatuaggio, con una leggera prevalenza tra le donne (13,8%) rispetto agli uomini (11,7%), pari a circa 7 milioni di persone. In Europa, un report del Joint Research Centre del 2016 stimava che oltre 60 milioni di persone, circa il 12% della popolazione europea, fossero tatuate, con proiezioni che prevedevano fino a 81 milioni entro il 2021 nello Spazio economico europeo.