Da settimane il regime di Nicolas Maduro è sottoposto ad una pressante azione da parte degli Stati Uniti, che hanno ripetutamente manifestato l'intenzione di costringere il dittatore venezuelano a lasciare il Paese. E l'ultima mossa di Donald Trump, veicolata come sempre attraverso non una fonte ufficiale, come avrebbe dovuto essere il Dipartimento di Stato, ma il suo social, Truth, di definire a rischio lo spazio aereo del Paese sudamericano, rischia di inaspire ulteriormente la situazione.
Venezuela: Maduro risponde alle pressioni americane inasprendo la repressione del dissenso
Oggi, dicono le organizzazioni venezuelane di tutela dei diritti, il presidente sta reagendo una stretta contro il dissenso, dando il via ad uno dei periodi più repressivi degli ultimi anni.
Secondo l'organizzazione venezuelana per i diritti umani Provea, nel mese di ottobre si è registrato il livello più alto di repressione dall'inizio delle tensioni con gli Stati Uniti, con l'arresto di 54 persone, molte delle quali legate alla leader dell'opposizione María Corina Machado.
"Si tratta di una politica studiata per instillare paura tra i venezuelani", ha affermato Marino Alvarado, coordinatore della ONG, che ha messo in guardia dal peggioramento delle condizioni carcerarie, dal sovraffollamento e dalle punizioni contro i detenuti politici.
Il comitato per i diritti umani del movimento di opposizione Vente Venezuela ha dichiarato che il 2025 ha segnato il passaggio dalle repressioni di massa a quelle mirate e "chirurgiche".
Orlando Moreno, a capo del comitato, ha affermato che il governo sta ricorrendo a rapimenti politici e detenzioni selettive per "decapitare la leadership dell'opposizione", una strategia che, secondo lui, potrebbe intensificarsi se dovesse intensificarsi lo scontro militare con gli Stati Uniti.
"Ora l'obiettivo non è riempire le carceri; è neutralizzare il potere organizzativo eliminando le voci che possono mobilitare le persone", ha detto Moreno. "La legge viene usata come arma politica".
Secondo Vente Venezuela, nel 2025 si è verificata una detenzione arbitraria ogni 32 ore, con 232 casi documentati finora, di cui 143 riguardanti membri del loro movimento. Nel 2024, la media è stata di sei arresti al giorno, per un totale di 2.500. Entrambi i gruppi concordano sul fatto che ottobre sia stato il mese più repressivo, in concomitanza con la consegna del Premio Nobel per la Pace a Machado e con un picco di pressioni statunitensi su Maduro.
Moreno ha affermato che almeno sette ufficiali militari, tra cui un generale di divisione, sono stati recentemente arrestati, anche se questa affermazione non è stata confermata. Fonti dell'opposizione a Maduro sostengono che alcuni ufficiali sono stati presi di mira dopo essersi rifiutati di registrare video di lealtà a Maduro, accusando il governo di "diplomazia degli ostaggi", usando i detenuti politici – venezuelani e stranieri, come il cooperatore italiano Alberto Trentini, recluso da un anno per accuse mai portate davanti ad un giudice – come merce di scambio.
Per Moreno, si moltiplicano le segnalazioni di torture, isolamento e condizioni disumane nei centri di detenzione, nonostante gli appelli della Missione di accertamento dei fatti delle Nazioni Unite, che ha documentato casi continui di tortura e violazioni del giusto processo.
Il governo venezuelano ha insistito in precedenza sul rispetto dei diritti umani e del giusto processo dei detenuti e ha respinto i rapporti internazionali sulle detenzioni arbitrarie definendoli "interventisti", definendo le accuse "irresponsabili, parziali e profondamente polarizzate".