I progressi compiuti in Francia negli ultimi quarant'anni nella lotta contro l'HIV sono a rischio. È un forte allarme quello lanciato dal Consiglio Nazionale Francese per l'AIDS e l'Epatite Virale, in occasione della Giornata Mondiale contro la sindrome da immunodeficienza acquisita. Il CNS chiede una urgente rimobilitazione delle autorità pubbliche di fronte alla diminuzione dei finanziamenti pubblici in tutto il mondo, Francia compresa.
Francia: torna l'allarme per AIDS
"Negli ultimi mesi, il panorama della lotta contro l'HIV/AIDS si è profondamente indebolito in Francia e nel mondo, con finanziamenti ridotti e crescenti difficoltà di accesso alla prevenzione e alle cure", osserva il CNS in un comunicato stampa.
A livello globale, sottolinea anche il CNS, il calo dei finanziamenti stanziati dagli Stati Uniti, ma anche da altri Paesi, tra cui la Francia, tra i principali donatori del Fondo globale per la lotta all'AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, "minaccia i programmi contro l'HIV e potrebbe causare un aumento di diversi milioni di infezioni da HIV e di decessi prevenibili nei paesi con risorse limitate".
La mancata promessa di donazioni da parte della Francia all'ultimo vertice del Fondo globale, nonché l'assenza di Emmanuel Macron all'evento di Johannesburg, in Sudafrica, hanno recentemente alimentato le critiche di associazioni come Sidaction e Aides.
Soprattutto perché innovazioni come i trattamenti preventivi iniettabili a lunga durata d'azione ( PrEP ) rappresentano un'opportunità per rafforzare la prevenzione e raggiungere l'obiettivo di porre fine alla pandemia entro il 2030, secondo molti esperti di AIDS.
In Francia, "la significativa diminuzione dei finanziamenti pubblici destinati alle associazioni riduce le azioni di prevenzione e di sostegno ai malati e comporta anche la scomparsa di strutture locali o regionali", avverte il CNS, organismo indipendente incaricato dal 1989 di informare le autorità pubbliche.
È necessario rafforzare gli sforzi di prevenzione: nell'ultimo decennio si è registrato un aumento delle diagnosi di HIV tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, un calo dell'uso del preservativo tra i giovani, un uso insufficiente della PrEP e un aumento dei rischi di contaminazione attraverso il chemsex (il sesso sotto l'effetto di droghe, ormai un problema di salute pubblica).
"Allo stesso tempo, l'accesso alle cure e ai diritti per i gruppi sociali vulnerabili rimane problematico. I programmi di Assistenza Medica Statale (AME) e il diritto di residenza per motivi di salute sono stati ripetutamente minacciati di restrizioni", sottolinea il CNS, che chiede quindi "una urgente rimobilitazione delle autorità pubbliche''.