Il fenomeno Italian Brainrot nasce su internet agli inizi del 2025: si tratta di meme caratterizzati da immagini surreali - spesso realizzate con l’intelligenza artificiale - che mostrano creature assurde, nomi all’italiana e video/grafica volutamente paradossali.
Skifidol Italian Brainrot: caos, carte e meme che si comprano in edicola
Dall’ondata digitale è nato un progetto concreto: Skifidolha trasformato l’Italian Brainrot in un gioco di carte collezionabili, venduto nelle edicole italiane con il nome Skifidol Italian Brainrot TCG. La prima serie - Serie Alpha - contiene 150 carte illustrando personaggi fuori di testa, pensati più per divertire e suscitare sorpresa che per seguire schemi tradizionali di bellezza o coerenza.
Ogni bustina contiene sette carte, di cui almeno una speciale (holo‑holo). Le carte sono pensate per essere collezionate, scambiate e - in teoria - usate come un vero e proprio gioco di carte: combattimenti no‑sense, battaglie assurde, regole che valorizzano l’irriverenza e l’imprevisto.
Il successo di Skifidol non è relegato ad un gruppo ristretto: l’Italian Brainrot ha raggiunto una grande visibilità tra i giovani - soprattutto generazione Z e Gen Alpha - grazie alla sua natura virale, all’estetica forte, al mix di meme, satira e nostalgia trash.
Secondo i media, la versione in edicola è già un fenomeno virale destinato a scalare: molti ragazzi vivono il collezionismo come una forma di appartenenza ad una tendenza pop, tra carte, scambi e meme condivisi.
La forza di Italian Brainrot - e di Skifidol - non è nella perfezione estetica o nella tradizione delle carte collezionabili classiche, ma nella loro capacità di sorprendere, provocare, divertire con il grottesco.
Il fenomeno non è privo di controversie: alcuni contenuti italiani di brainrot sono stati accusati di usare umorismo di cattivo gusto, parodia offensiva o di avere risvolti discutibili quando mescolano memetica e tematiche delicate. C’è anche un problema di originalità e diritti: molti di questi meme nascono su internet, spesso senza autore chiaro e vengono poi incorporati in prodotti commerciali come carte, giochi, merchandising. Questo genera dubbi su chi detenga davvero i diritti, su come vengano gestiti e su quanto siano trasparenti le operazioni.