Sotto la lente del Parlamento il testo della Legge di Bilancio
Sotto la lente del Parlamento il testo della Legge di Bilancio. Mentre il Governo mantiene il rigore sui conti pubblici, la misura centrale è la maxi-rateizzazione che punta a recuperare parte dei 1.300 miliardi di crediti inesigibili.
Il testo preliminare del Disegno di Legge di Bilancio è approdato in Parlamento e, come da tradizione, è destinato a subire modifiche sostanziali durante il dibattito nelle commissioni. La vera battaglia politica e tecnica si svolge ora tra i banchi di Camera e Senato, dove si cercherà di affinare, estendere o depotenziare alcune delle misure chiave.
Tuttavia, il perimetro entro cui deputati e senatori possono muoversi è eccezionalmente stretto. L'intera manovra è infatti vincolata da un presupposto irrinunciabile per l'Esecutivo: il mantenimento del rapporto Deficit/PIL entro la soglia del 3%.
Questa scelta di rigore finanziario funge da limite invalicabile, rendendo impossibile l'introduzione di nuove misure che non trovino una copertura immediata, evitando così di aggravare il debito.
LA MISURA CARDINE: TREDICI MILIONI DI DEBITORI ONESTI
La novità più rilevante e di maggiore impatto sociale ed economico contenuta nella bozza della Legge di Bilancio è indubbiamente la cosiddetta "rottamazione quinquies", o più precisamente, il piano di maxi-rateizzazione dei debiti fiscali pregressi.
Questa misura non è un condono generalizzato, ma un’operazione di "pulizia" del magazzino fiscale destinata a raggiungere fino a 16 milioni di cittadini.
Il target primario non sono gli evasori totali, ma gli "onesti" — imprese, professionisti, dipendenti e pensionati — che hanno dichiarato, ma non hanno potuto pagare a causa di difficoltà economiche, spesso legate a crisi d’impresa o agli effetti prolungati della pandemia.
Il punto debole delle precedenti rottamazioni era la ristrettezza dei tempi di pagamento, che costringeva aziende e privati a sacrificare il pagamento delle imposte correnti per saldare i debiti pregressi. La nuova proposta offre invece una rateizzazione fino a nove anni, con eliminazione totale di sanzioni e interessi di mora maturati sul debito originario.
UN’OPERAZIONE DI LIQUIDITÀ PER LO STATO
Il valore strategico di questa iniziativa è duplice:
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permette ai cittadini di regolarizzare la propria posizione rimanendo attivi e in regola;
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consente allo Stato di trasformare in denaro reale una parte dei 1.300 miliardi di euro iscritti a ruolo, per larga parte inesigibili.
Si tratta infatti di un enorme "falso attivo" contabile che non si trasforma quasi mai in liquidità.
Rendendo più accessibile il saldo, il Governo mira a convertire una quota significativa di questo stock in entrate effettive e immediate.
IL NODO DELLE MODIFICHE: TASSI DI INTERESSE E INCLUSIONE DEGLI ACCERTAMENTI
Nonostante l'approvazione generale del provvedimento, il dibattito parlamentare si concentra ora sui possibili miglioramenti.
Tasso d’Interesse sulle Rate
Una delle critiche più rilevanti riguarda il tasso proposto del 4%, ancora in discussione.
Si valuta un possibile allineamento ai rendimenti dei BTP, rendendo così la misura più sostenibile.
Inclusione degli Accertamenti
Altro punto delicato è l’estensione della rateizzazione agli accertamenti fiscali che non configurano evasione totale.
Molti accertamenti derivano da divergenze interpretative tra Fisco e contribuente e non da volontà fraudolenta.
L’inclusione completa richiederebbe però nuove coperture.
Il Passaggio "Quater-Quinquies"
Resta aperto il tema dei contribuenti decaduti dalle rottamazioni precedenti, come la “quater”.
Questi soggetti sono al momento esclusi dal nuovo piano quinquies, ma chiedono una forma di riammissione.
Ogni ampliamento, tuttavia, implica ulteriori coperture finanziarie.
I PUNTI CRITICI: PROFESSIONISTI E PIGNORAMENTI AUTOMATICI
Oltre alla maxi-rateizzazione, due norme stanno generando le critiche più accese.
1. Obbligo di Regolarità Contributiva per i Professionisti
La manovra introduce un vincolo che condiziona il pagamento dei professionisti da parte degli enti pubblici alla verifica della regolarità contributiva.
Una sorta di DURC obbligatorio per ricevere il compenso.
Il rischio evidenziato è che irregolarità minime — persino una multa o un bollo non saldato — possano bloccare il pagamento di una parcella, compromettendo i flussi di cassa e creando una disparità rispetto ai lavoratori dipendenti.
2. Pignoramenti Automatici sui Conti Correnti
La nuova normativa consente all’Agenzia della Riscossione di accedere ai dati della fatturazione elettronica per procedere a pignoramento automatico dei conti correnti.
La misura è pensata per accelerare il recupero crediti, ma potrebbe avere effetti devastanti sull’operatività delle imprese.
Un pignoramento automatico rischia di bloccare gli affidamenti bancari, impedire il pagamento degli stipendi e, nei casi più gravi, portare al fallimento.
Su questi due punti si concentreranno i maggiori aggiustamenti parlamentari nelle prossime settimane, in un equilibrio difficile tra esigenze fiscali e tutela del sistema produttivo.