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La lunga rotta della Laura Bassi: l’Italia torna protagonista nella scienza antartica

 
La lunga rotta della Laura Bassi: l’Italia torna protagonista nella scienza antartica
Redazione

La rompighiaccio italiana salpa per quattro mesi di missione: ricerca climatica, supporto logistico e una sfida tra ghiacci che parla di tecnologia, futuro e diplomazia scientifica.

Quando lascia il porto, una nave rompighiaccio non taglia soltanto le acque: apre una strada nel ghiaccio e, simbolicamente, anche nella conoscenza. È quello che sta facendo in questi giorni la Laura Bassi, la rompighiaccio italiana dell’OGS, partita dalla Nuova Zelanda per raggiungere l’Antartide e dare avvio alla 41ª spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), attuato da CNR, ENEA e dallo stesso OGS.

Un viaggio lungo, che ha il sapore dell’impresa. La nave è partita dall’Italia a inizio ottobre, ha attraversato il Canale di Panama, solcato l’intero Oceano Pacifico, e ora punta verso il limite del pack antartico, dove si unirà alla nave coreana RV Araon. Da lì, le due imbarcazioni procederanno insieme verso sud, rompendo il ghiaccio fino a raggiungere la base costiera Mario Zucchelli (MZS).

Un convoglio scientifico internazionale che racconta bene come oggi la ricerca polare sia un’alleanza globale contro il tempo del cambiamento climatico.

Una missione di quattro mesi tra logistica e scienza avanzata

La Laura Bassi rimarrà nelle acque polari per quattro mesi, impegnata in attività di ricerca e nel supporto alle basi italiane. A bordo lavoreranno 44 tecnici e ricercatori, affiancati da 23 membri di equipaggio. Una piccola comunità che vivrà per settimane in uno degli ambienti più estremi del pianeta.

La missione si divide in due grandi capitoli.

La prima campagna: 25 giorni tra logistica e memoria del ghiaccio

La prima fase è dedicata al trasporto di materiali e rifornimenti per la Base Zucchelli e, soprattutto, al trasferimento verso l’Italia delle preziose carote di ghiaccio raccolte nell’ambito del progetto internazionale Ice Memory.
Si tratta di vere e proprie "capsule del tempo" climatiche: cilindri di ghiaccio che conservano tracce dell’atmosfera terrestre di migliaia di anni fa. Studiarli significa comprendere il passato del clima per anticiparne il futuro.

La seconda campagna: 58 giorni di ricerca pura

La seconda parte della missione comincerà il 30 dicembre, dopo un cambio di personale in Nuova Zelanda. A bordo saliranno 30 ricercatori impegnati in cinque progetti scientifici che indagano geologia, geofisica, cambiamenti climatici e dinamiche dell’oceanografia antartica.

Il rientro definitivo della nave a Lyttelton è previsto per marzo 2026, mentre il ritorno in Italia avverrà nella seconda metà di aprile.

I cinque progetti che studiano il futuro del pianeta

La spedizione porta con sé un pacchetto di ricerche di altissimo livello scientifico, che affrontano questioni cruciali per comprendere i meccanismi del sistema Terra.

CSICLIC – Carbon and silica pelagic-benthic coupling

Studia come l’oceano assorbe o rilascia CO₂, e come il silicio viene integrato nei sedimenti grazie al fitoplancton. Un tassello fondamentale per capire il ciclo del carbonio.

DIONE – Evoluzione climatica della Sabrina Coast

Analizza la storia del margine continentale antartico dal Pliocene, quando le temperature globali erano simili a quelle che ci attendono nei prossimi decenni.

IOPPIERS – Interazioni ghiaccio-oceano nel Mare di Ross

Indaga il rapporto tra calotta glaciale, oceano e sedimenti nell’area dell’Hillary Canyon, per valutare la sensibilità dell’Antartide ai futuri cambiamenti climatici.

MORsea – L’osservatorio marino del Mare di Ross

Gestisce una rete di sensori oceanografici attiva dal 1994, un archivio unico che monitora da oltre 30 anni le acque polari.

MYSTERO – Le misteriose strutture sottomarine di Capo Adare

Si concentra su enigmatici rilievi sottomarini al largo del Mare di Ross, alti decine di metri, che potrebbero custodire informazioni paleoceanografiche uniche.

La nave: un laboratorio tra i ghiacci

La N/R Laura Bassi è l’unica rompighiaccio italiana operativa in missioni polari. Classe PC5, lunga 80 metri e con una stazza di 4.028 tonnellate, è dotata di:

  • posizionamento dinamico con precisione di un metro

  • fasciame rinforzato per navigazione in pack

  • ampie capacità cargo

  • laboratori per ricerche oceanografiche e geofisiche

Acquistata dall’OGS nel 2019 grazie ai fondi del MUR, la nave è un presidio strategico del sistema scientifico nazionale e uno dei simboli della diplomazia italiana nei mari polari.