Cos'hanno in comune Celine Dion, Eminem, Elton John, Rihanna, Adele, Justin Bieber e Ed Sheeran, oltre al fatto di essere cantanti conosciuti in tutto il mondo? Semplice: essere stati ''replicati'' grazie all'intelligenza artificiale che ha invaso la rete con video falsi in cui loro cantano le lodi di Charlie Kirk, l'attivista conservatore, ucciso in un campus universitario dello Utah e di cui ieri si sono celebrati i funerali, alla presenza di Donald Trump, in un'atmosfera di profonda partecipazione, davanti ad almeno centomila persone.
AI: rete inondata di falsi video di cantanti che celebrano Charlie Kirk
Cosa sta accadendo sulla rete, confermando che le piattaforme non riescono a moderare contenuti palesemente falsi? Basta solo citare cosa è successo a Celine Dion, rappresentata in un video in cui la sua immagine è generata dall'intelligenza artificiale in cui piange e prega ricordando Kirk.
Un video che ha già registrato più di mezzo milione di visualizzazione, nonostante il fatto che la sua genesi fosse dichiarata. La voce della cantante canadese è stata clonata usando e anche le immagini e le riprese video che accompagnano la canzone sono state prodotte utilizzando la stessa tecnologia.
Ma, sebbene sia chiaramente indicato che si tratta di un video falso prodotto dall'Intelligenza artificiale, molte persone l'hanno commentata. Come chi ha scritto: ''Grazie per questo meraviglioso tributo. Charlie non sarà mai dimenticato e la sua voce sarà ascoltata per il resto dell'eternità".
E quando qualcuno gli ha detto che si trattava di una immagine simulata, ha risposto: ''Non mi interessa, è un'ottima canzone e un bellissimo tributo a Charlie. Ti dà fastidio?''.
In rete sono circa una trentina i video su YouTube e quanto accaduto a Celine Dion è successo anche a Eminem, Elton John, Rihanna, Adele, Justin Bieber e Ed Sheeran dai quali, conoscendo come la vedono su alcune questioni importanti, come i diritti umani e di genere, difficilmente ci si aspetterebbe messaggi intrisi di conservatorismo quali quelli che gli autori dei video mettono loro in bocca.
I video hanno molte varianti: Eminem canta con Celine Dion, Adele canta con Ed Sheeran e così via. Ci sono anche video con la vedova di Charlie Kirk. O lo stesso Charlie Kirk, resuscitato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, dove dice, cantando indossando uno smoking bianco, di avere portato la croce.
C'è anche un video in cui una voce clonata da Donald Trump esegue una canzone rap in cui elogia i meriti di Charlie Kirk: ''Era il migliore, davvero il migliore, il migliore di tutti i tempi, un campione di libertà per te e per me''.
Ma tutti i morti ''importanti'' sono oggetto della medesima attenzione: è accaduto anche a cantanti che, a loro insaputa, grazie all'IA, ricordano cantando Robert Redford.
Questi canali che promuovono la diffusione dei video ''taroccati'' non sembrano essere coordinati o gestiti dalle stesse persone. Alcuni sembrano appartenere a una rete di canali religiosi e spirituali gestiti dalla Corea del Sud; altri sembrano provenire dall'Africa o dal Vietnam.
La stessa situazione si può vedere su Facebook, dove la piattaforma è stata sommersa per alcuni giorni da post contenenti immagini, generate anche da Intelligenza artificiale, dove possiamo vedere una serie di celebrità in lutto per la morte di Charlie Kirk.
Sono almeno un centinaio le pubblicazioni in cui ci viene raccontato che una celebrità ha promesso di pagare per l'istruzione dei due figli di Charlie Kirk: dal miliardario Elon Musk al cantante dei Beatles Paul McCartney, al cantante dei Metallica James Hetfield, al cantante dei Led Zeppelin Robert Plant, al pilota di F1 Lewis Hamilton, al calciatore Travis Etienne.
Lo screenshot di un post generato dall'intelligenza artificiale su Facebook afferma falsamente che il rapper Eminem ha promesso di pagare per l'istruzione dei figli di Charlie Kirk. Fa tutto parte dello stesso modello di business di YouTube. Non appena una persona nota muore, queste pagine producono post fuorvianti generati da Intelligenza artificiale a suon di decine, anche centinaia. Tutti contengono un link nei commenti per saperne di più. L'idea è quella di generare entrate con l'aiuto degli annunci pubblicitari inseriti su di essi.
Come ha sottolineato il giornalista canadese Craig Silverman (colui che ha reso popolare l'espressione fake news nel 2016 prima che Donald Trump la riprendesse) nella sua newsletter di un mese fa, Facebook sembra aver semplicemente rinunciato alla moderazione di questo tipo di contenuti.
Su YouTube, anche se alcuni video possono avere qualche centinaio di migliaia di visualizzazioni, la maggior parte ne ha a malapena 1000. E, anche per le grandi hit, gli introiti su YouTube possono essere scarsi: di solito si parla di poche centinaia di dollari ogni 100.000 visualizzazioni.