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Autismo e paracetamolo, uno studio: "Asserzioni di Trump sbagliate e con messaggi allarmanti"

 
Autismo e paracetamolo, uno studio: 'Asserzioni di Trump sbagliate e con messaggi allarmanti'
Redazione

L'affermazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull'asserito collegamento dall'assunzione di paracetamolo in gravidanza e all'aumento di casi di autismo ha scatenato dure reazioni da parte della comunità scientifica, quasi interamente schierata contro questa tesi, ritenuta infondata. Così come è apparsa avventata la raccomandazione alle donne in stato interessante di non usare il Tylenol, insieme all'invito a "resistere" piuttosto che usare il comune antidolorifico se avvertono febbre o dolore.

Autismo e paracetamolo, uno studio: "Asserzioni di Trump sbagliate e con messaggi allarmanti"

Le parole di Trump hanno causato ''allarme e confusione in tutto il mondo'', scrive la CNN, pubblicando, nella sua rubrica, The Conversation, un intervento di studiosi, tra i quali alcuni del Karolinska Institute, che criticano le ''verità'' espresse da Trump, per le quali, si dice, ''non ci sono prove scientifiche solide a sostegno''.

Il nostro studio, scrivono gli esperti, su quasi 2,5 milioni di nascite in Svezia tra il 1995 e il 2019, pubblicato nel 2024, monitorando i soggetti fino all'età di 26 anni, ''non mostra alcuna prova che l'uso di paracetamolo durante la gravidanza aumenti il rischio di autismo di un bambino'' e si tratta, sottolineano, ''il più grande studio condotto sull'argomento fino ad oggi''.

Utilizzando i registri delle prescrizioni e le interviste che le ostetriche hanno condotto durante le visite prenatali, sono state individuate le madri hanno riferito di aver usato paracetamolo (circa il 7,5% delle gravidanze) e quali no, tenendo conto di tutte le variabili (come, ad esempio, febbre o dolore, che avrebbero influenzato l'uso o meno di paracetamolo), per garantire un confronto più equo tra i due gruppi.
E' stato quindi esaminato lo sviluppo neurologico dei bambini, in particolare se è stato diagnosticato autismo, ADHD o disabilità intellettiva.

''La vera forza del nostro studio - dicono gli studiosi - è venuta dalla possibilità di confrontare i fratelli. Questo ci ha permesso di confrontare i bambini nati dalla stessa madre, dove il paracetamolo era stato usato durante la gravidanza di un bambino ma non dell'altro. Abbiamo confrontato oltre 45.000 coppie di fratelli, in cui almeno un fratello aveva una diagnosi di autismo. Questo design dei fratelli è potente perché i fratelli condividono gran parte della loro genetica e dell'ambiente familiare. Questo ci permette di capire se il farmaco stesso, piuttosto che i tratti familiari sottostanti o le condizioni di salute, è responsabile di eventuali rischi apparenti per gli esiti dello sviluppo neurologico''.

Gli esperti dicono che ''quando abbiamo esaminato per la prima volta l'intera popolazione, abbiamo visto uno schema che riecheggiava studi precedenti: i bambini le cui madri hanno riferito di aver usato paracetamolo durante la gravidanza avevano una probabilità leggermente maggiore di ricevere una diagnosi di autismo, ADHD o disabilità intellettiva'', per poi comunque precisare che ''una volta eseguiti i confronti tra fratelli, quell'associazione è completamente scomparsa. In altre parole, quando abbiamo confrontato gruppi di fratelli in cui uno è stato esposto nel grembo materno al paracetamolo e l'altro no, non c'era differenza nella loro probabilità di essere successivamente diagnosticati con autismo, ADHD o disabilità intellettiva''.

A conforto di questo studio, dicono i ricercatori, ci sono i risultati di un altro, condotto in Giappone, che ''utilizza un disegno di confronto tra fratelli simile'', con risultati che ''corrispondono strettamente ai nostri'', studiando una popolazione con un background genetico diverso e dove i modelli di uso del paracetamolo durante la gravidanza sono molto diversi. Quasi il 40% delle madri in Giappone ha riferito di aver usato il farmaco durante la gravidanza. In confronto, meno del 10% delle madri svedesi lo aveva usato.

Nonostante queste differenze, la conclusione è stata la stessa. Quando i fratelli vengono confrontati, non ci sono prove che l'uso di paracetamolo durante la gravidanza aumenti il rischio di autismo o ADHD.
''È importante riconoscere - dicono gli studiosi - che una malattia non trattata durante la gravidanza può essere pericolosa. Una febbre alta in gravidanza, ad esempio, è nota per aumentare il rischio di complicazioni sia per la madre che per il bambino. 'Resistere', come ha suggerito il presidente, non è un'opzione priva di rischi''.

Ecco perché, dicono gli autori dello studio, ''le organizzazioni mediche professionali come l'American College of Obstetricians and Gynecologists e l'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Regno Unito continuano a raccomandare il paracetamolo (paracetamolo) come riduttore di febbre e antidolorifico più sicuro durante la gravidanza se usato alla dose efficace più bassa e solo quando necessario. Questa è stata la guida per decenni''.