Emergenza caldo e sovraffollamento nelle carceri. L'Ordine degli Avvocati di Roma interviene per tutelare la dignità e la salute dei detenuti
Emergenza caldo in carcere: gli avvocati romani donano ventilatori per difendere la dignità dei detenuti
Un’iniziativa concreta, simbolica e umanitaria. L’Ordine degli Avvocati di Roma ha donato oltre 100 ventilatori ai reparti maschile e femminile del carcere di Rebibbia e all’istituto penitenziario di Regina Coeli, per fronteggiare le gravi criticità legate al caldo estivo nelle carceri della Capitale.
L’estate, per chi è recluso, può trasformarsi in una vera e propria emergenza sanitaria e umanitaria. Il sovraffollamento, la carenza di sistemi di ventilazione, la scarsità di spazi vivibili e l’assenza di refrigerio nelle celle rendono le giornate estive insostenibili, specialmente per i soggetti più fragili.
Il gesto dell'Ordine degli Avvocati di Roma
La donazione è stata possibile grazie allo stanziamento di fondi deliberato direttamente dal Consiglio dell’Ordine, come segno di vicinanza a chi, pur privato della libertà personale, non deve essere privato dei diritti fondamentali.
«Gli avvocati romani non potevano rimanere indifferenti», ha dichiarato Paolo Nesta, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma.
«Il diritto alla dignità e alla salute appartiene a ogni essere umano, anche a chi è privato della libertà personale. In momenti di emergenza come questo, viste le condizioni disumane in cui versano molti detenuti, noi avvocati ci sentiamo in dovere di intervenire con ciò che è nelle nostre possibilità per alleviare sofferenze e disagio. Con questo gesto vogliamo ribadire il nostro impegno per una giustizia che sia anche umana e rispettosa dei diritti fondamentali».
Distribuzione e appello alle istituzioni
La consegna dei ventilatori avverrà nei prossimi giorni, in coordinamento con le direzioni penitenziarie degli istituti interessati. Ma l’iniziativa va oltre la singola azione: l’Ordine degli Avvocati lancia un messaggio chiaro e forte alle istituzioni, affinché non si ignorino le condizioni di detenzione e si intervenga con misure strutturali.
È necessario – ribadiscono gli avvocati – garantire condizioni dignitose per chi vive in carcere, come previsto dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali sui diritti umani.
Redazione