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Cellule danneggiate nello spazio e propulsione al plasma contro i detriti: la ricerca che cambia il futuro

 
Cellule danneggiate nello spazio e propulsione al plasma contro i detriti: la ricerca che cambia il futuro
Redazione

Due studi recenti aiutano a capire cosa accade al corpo umano nello spazio e come possiamo proteggere l’ambiente orbitale dai detriti spaziali. Il primo studio è dell’Università della California a San Diego, pubblicato sulla rivista “Cell Stem Cell”.

Cellule danneggiate nello spazio e propulsione al plasma contro i detriti: la ricerca che cambia il futuro

I ricercatori hanno studiato l’effetto dei voli spaziali su cellule staminali emopoietiche, quelle cellule da cui nascono le cellule del sangue e parte del sistema immunitario. Sono state mandate nello spazio cellule di donatori umani a bordo di quattro missioni di Space Exploration Technologies Corporation tra il 2021 e il 2023. Gli scienziati hanno poi confrontato queste cellule con altre uguali rimaste a Terra.

I risultati hanno mostrato che le cellule esposte all’ambiente spaziale avevano subito vari tipi di danno. Per esempio, avevano perso parte della loro capacità di rigenerarsi. Mostravano segni di danni al DNA, problemi ai mitocondri, infiammazione e l’attivazione di geni che normalmente restano spenti. Alcune cellule sembravano anche avere i cromosomi danneggiati. Secondo gli studiosi, questi effetti sarebbero causati principalmente dall’assenza di gravità e dalle radiazioni cosmiche, cioè particelle ad alta energia che nello spazio colpiscono continuamente ogni cosa.

Dall’altro lato del mondo, i ricercatori dell’Università di Tohoku, in Giappone, hanno presentato una nuova tecnologia per contrastare un problema: la quantità crescente di detriti spaziali che gira attorno al nostro pianeta. Questi space debris sono rottami di vecchi satelliti, pezzi di razzi e altri oggetti lanciati nello spazio nel corso degli anni.

La soluzione proposta dal team giapponese è un sistema di propulsione al plasma. Si tratta di un motore che usa gas ionizzato (plasma) per generare una spinta controllata. Questo tipo di tecnologia potrebbe essere montato su piccoli veicoli robotici, che andrebbero ad intercettare i detriti e li spingerebbero fuori dalle orbite trafficate, facendoli bruciare nell’atmosfera o portandoli in zone meno pericolose.

Queste due ricerche mostrano quanto sia importante pensare allo spazio come a un ambiente da proteggere. Da un lato, il corpo umano soffre condizioni difficili come la microgravità e l’esposizione alle radiazioni. Dall’altro, le attività umane stanno creando “spazzatura” spaziale. Capire come il corpo reagisce allo spazio ci aiuta a preparare gli astronauti per viaggi lunghi, come quelli verso Marte. E sviluppare tecnologie come il propulsore al plasma serve a evitare che il nostro uso dello spazio diventi insostenibile.