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Chirurgia della spalla: artroscopia, traumi e protesi

 
Chirurgia della spalla: artroscopia, traumi e protesi

Dalla lussazione alla protesi inversa: come la chirurgia della spalla ha rivoluzionato la cura di traumi sportivi e degenerativi

di Francesco Franceschi

Innanzitutto perché questo titolo? In effetti quest’articolazione per anni è stata denominata la tomba dell’ortopedico proprio perché la sua scarsa conoscenza sia dal punto di vista anatomico che patologico è stata causa di tanti insuccessi nella cura dei nostri pazienti.

La chirurgia di questa articolazione si è sviluppata negli ultimi 40 anni e soprattutto negli ultimi 20 per l’introduzione della chirurgia artroscopica. Così si sono comprese tante dinamiche, la complessità anatomica e le varie patologie che prima erano pressoché sconosciute.
Da quando sono diventato ortopedico sono diventato un appassionato di questo tipo di chirurgia mini-invasiva e per apprendere la tecnica ho frequentato diversi centri in particolare negli Stati Uniti dove a causa della presenza di tanti pionieri e non di meno anche di tanti pazienti affetti da problemi dovuti alla pratica di sport che utilizzano la spalla come il baseball e il football americano, l’artroscopia si è sviluppata in modo impressionante.

Anatomia funzionale

La spalla è un complesso di tre articolazioni che si connettono armonicamente permettendo il movimento dell’articolazione che permette magari di andare a prendere un oggetto posto in un armadio in alto oppure lanciare una palla da baseball dall’altra parte del campo, nuotare o semplicemente magari salutare. L’articolazione tra la scapola e l’omero, conosciuta come gleno-omerale, è quella che la fa da padrone ed è la più importante nel generare il movimento. Le due ossa che formano l’articolazione, cioè l’omero e la scapola, sono coperte da cartilagine cioè quella sostanza bianca e scivolosa proprio come l’interno di una noce di cocco che permette di far scorrere l’una sull’altra le due superfici ossee che altrimenti sarebbero ruvide e produrrebbero attrito come avviene nell’artrosi. Sono tenute insieme da legamenti e tendini: i legamenti sono come delle corde che tengono strette quanto basta le ossa della spalla ed impediscono la famosa lussazione cioè la fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità articolare, i tendini sono invece come dei filamenti che tengono le braccia e le gambe delle marionette, fatte da tessuto fibroso resistente che connettono i muscoli all’osso permettendo di trasferire la loro forza cioè il movimento all’osso facendolo muovere.

Quando i legamenti si staccano dalle due ossa della spalla ed in particolare dalla faccia articolare della scapola meglio conosciuta come glenoide l’articolazione comincia a lavorare male, le due ossa non si muovono più concentricamente e cominciano a sfregare l’un con l’altra e a consumare la cartilagine creando attrito, infiammazione e di conseguenza dolore. I tendini della cuffia dei rotatori, quando si cominciano a fissurare, danno dolore e rendono impossibile sollevare il braccio.

Lesioni traumatiche della spalla negli sportivi

Ma adesso veniamo ai possibili danni sportivi specifici. Innanzitutto cominciamo dal calcio dove in particolare il portiere è il ruolo più soggetto a traumi della spalla. Tutto questo succede perché il giocatore si butta col braccio aperto e rischia molto spesso una lussazione della spalla, tale evento avviene quando i legamenti si rompono e quindi l’omero esce fuori dalla sua sede naturale, il paziente ha tanto dolore, non riesce più a muovere il braccio e ha la sensazione di qualcosa che è andato fuori posto. Bisogna in quel caso riposizionare l’articolazione quanto prima magari in un pronto soccorso e valutare con una risonanza magnetica il danno per decidere se intervenire chirurgicamente o no. Un altro tipo di trauma frequente avviene quando il giocatore urta direttamente la spalla magari contro un palo di una porta di calcio o sul terreno questo con una compressione da laterale a mediale che può provocare una frattura della testa dell’omero nella maggior parte delle volte da operare per ottenere una riduzione perfetta della frattura.

In sport invece come il nuoto in cui si effettua un gesto ripetitivo muovendo la spalla con il braccio al di sopra del capo e ruotandolo molto spesso sia indietro che in avanti come anche nel baseball si ha spesso una microlesione progressiva dei legamenti che non porta ad una lussazione ma ad un allentamento della cerniera dal proprio bordo osseo che permette di articolare la spalla in modo armonico sovraccaricando i tendini della cuffia dei rotatori che devono lavorare anche per mantenere in asse l’articolazione.

Prof. Franceschi

Frequenti le lesioni dei tendini e dei legamenti

I tendini della cuffia dei rotatori sono come dei motorini che ci servono degli oscilloscopi che ci servono per mantenere stabile la posizione della spalla quando il paziente muove il braccio nei vari piani dello spazio. Tutto questo provoca dolore nel corso del tempo per l’infiammazione della cuffia dei rotatori che serve al posto dei legamenti a stabilizzare l’articolazione della spalla. Altri sport molto a rischio per la spalla sono per esempio il basket e il rugby e il football americano perché sono frequenti i contrasti fra i giocatori con la spalla in posizione d lancio.

Anche gli sport d’acqua in particolare quelli da vela non sono esenti da traumi alla spalla come per esempio il surf, il kite surf, l’uscita d’acqua che coinvolgono molto spesso gli arti superiori per traumi da trazione a livello dell’arto superiore. Per ultimo mi fa piacere citare anche il paddle, uno sport dove sono massimizzate le accelerazioni dell’arto superiore che avvengono magari per chiudere dei colpi a rete o contro la parete del campo. Anche in questo caso sono molto frequenti le lesioni dei tendini e dei legamenti.

Quando intervenire chirurgicamente

Quando la cartilagine si danneggia tantissimo si deforma anche l’articolazione della spalla, si producono i cosiddetti osteofiti che sono come dei bozzi che deformano il profilo rotondo dell’articolazione dell’omero, della scapola impedendo addirittura il movimento della stessa. Queste sono patologie soprattutto frequenti nell’anziano ma anche il giovane sia per cause post-traumatiche come incidenti stradali con fratture sia per motivi genetici può essere colpito da questi problemi. In questi casi abbiamo la possibilità di risolvere il problema con delle protesi moderne costruite con materiali sempre più leggeri e resistenti effettuando però interventi a cielo aperto con tecniche mini-invasive che consentono un recupero in tempi record dell’articolazione. Quando i tendini della spalla sono ancora buoni e quando il danno osseo non è ancora molto accentuato si possono impiantare le cosiddette protesi anatomiche che rispecchiano l’anatomia della spalla e consentono il massimo del risultato. Quando invece i tendini della spalla sono ormai distrutti e la componente ossea e consumata perché il paziente ha aspettato tanto a prendere una decisione sul trattamento, si devono impiantare le famose protesi inverse sempre più perfezionate che al contrario invertono l’anatomia della spalla permettendo di far alzare il braccio senza l’utilizzo della cuffia dei rotatori.