Quando la demenza colpisce tra i 40 e i 50 anni, spesso i medici non la riconoscono affatto
La demenza frontotemporale è la forma di demenza più comune nella mezza età e spesso viene diagnosticata erroneamente come depressione, schizofrenia o morbo di Parkinson, lasciando le persone e le loro famiglie alla ricerca di risposte.
Identificati i marcatori biologici contenuti nel liquido spinale
I ricercatori dell'University California San Francisco hanno identificato i primi marcatori biologici chiari per questa condizione sfuggente. Analizzando oltre 4.000 proteine nel liquido spinale prelevato da 116 persone con demenza frontotemporale ereditaria, hanno scoperto specifiche alterazioni proteiche legate a problemi di connettività cerebrale e a un'alterazione dell'espressione genica.
Lo studio, pubblicato su Nature Aging, ha scoperto che queste alterazioni proteiche si verificano all'inizio della malattia, offrendo potenzialmente ai medici il primo modo affidabile per rilevare la patologia nei pazienti viventi.
La demenza non ha ancora terapie approvate
"A differenza del morbo di Alzheimer, per il quale sono ora disponibili biomarcatori e trattamenti emergenti, la demenza frontotemporale non ha ancora terapie approvate", spiega il Dott. Rowan Saloner, primo autore e ricercatore presso l'UCSF Memory and Aging Center. "Il nostro studio avvicina il campo ai test molecolari in grado di rilevare la malattia in fase precoce, monitorarne la progressione e indirizzare trattamenti personalizzati basati sulla biologia sottostante".
I marcatori proteici sono stati trovati anche in persone con forme non ereditarie della malattia, suggerendo che queste scoperte potrebbero aiutare un gran numero di pazienti con demenza frontotemporale.
Redazione