Dal collettivo Drilliguria a Rondodasosa e Artie 5ive, la nuova ondata che divide tra successo commerciale e polemiche sociali
Negli ultimi anni la drill ha conquistato uno spazio sempre più ampio nella scena musicale italiana, passando da fenomeno di nicchia a onda culturale e commerciale. Nato a Chicago verso la fine degli anni 2000 e poi sviluppatosi nel Regno Unito con sonorità più cupe e ritmiche, questo genere è approdato in Italia con un linguaggio diretto e con un immaginario fortemente legato al racconto delle periferie.
Le origini: Drilliguria e la scuola ligure
Il primo nucleo di drill italiana ha preso forma in Liguria tra il 2015 e il 2020, grazie al collettivo Drilliguria, composto da Tedua, Izi, Bresh, Vaz Tè e Disme. Qui si è definito uno stile lirico originale, a metà tra introspezione poetica e narrazione cruda della strada, gettando le basi per la futura esplosione del genere.
Milano, capitale della drill
La vera consacrazione è arrivata a Milano, in particolare nel quartiere San Siro, dove giovani artisti come Rondodasosa, Vale Pain, Sacky e Neima Ezza hanno fondato il collettivo Seven 7oo. Con i suoi brani Face to Face, Louboutin e l’EP Giovane Rondo (premiato con il disco d’oro), Rondodasosa è diventato il simbolo della wave drill italiana, capace di raggiungere milioni di stream e un vasto pubblico giovanile.
Nel 2025, l’ascesa si è consolidata con il successo di Artie 5ive: il suo album La bellavita ha conquistato il primo posto nella classifica FIMI, ottenendo il disco di platino e portando 17 tracce contemporaneamente nella Top Singoli. Numeri che certificano il passaggio della drill da sottocultura urbana a fenomeno mainstream.
Estetica, linguaggio e swag
La drill non è solo musica, ma un codice estetico. Outfit street, drip curatissimo e una presenza scenica ispirata alle icone UK e US hanno ridefinito lo swag italiano. Ma l’impatto maggiore è forse sul linguaggio: i testi mescolano italiano, francese, inglese e dialetti locali, rispecchiando le identità multiculturali delle periferie.
Polemiche e dibattito sociale
Il successo della drill si accompagna a polemiche. I testi spesso violenti e il legame con la realtà delle gang urbane hanno acceso il dibattito tra censura e libertà di espressione. Alcuni artisti, come Rondodasosa e Baby Gang, sono stati colpiti da provvedimenti restrittivi come il Daspo urbano, sollevando interrogativi sul rapporto tra musica e società.
Al di là delle controversie, la drill italiana è diventata una forma di espressione culturale e identitaria: una voce per una generazione che cerca riconoscimento e spazio nel racconto collettivo.