Un quadro in chiaroscuro per l’Italia nel 2025
Il secondo trimestre 2025 conferma un’economia italiana in bilico tra segnali positivi e criticità strutturali. Secondo la Nota Istat sull’andamento congiunturale, il Pil ha registrato una flessione dello 0,1%, mentre l’occupazione è in crescita e l’inflazione si mantiene sotto controllo.
Scenario internazionale incerto
Il contesto globale resta fragile. Gli Stati Uniti mostrano segnali di ripresa, mentre Cina e area euro attraversano una fase di rallentamento. Gli indicatori sul commercio mondiale evidenziano una frenata delle dinamiche di scambio, aumentando l’incertezza sulle prospettive future.
Pil italiano in lieve contrazione
Tra aprile e giugno il Pil italiano ha segnato una riduzione dello 0,1%, determinata dal calo dell’export e dall’accumulo di scorte. Più stabili i consumi privati, mentre gli investimenti hanno continuato a sostenere la crescita, seppur con un ritmo più moderato rispetto ai trimestri precedenti.
Export in difficoltà
Il commercio estero resta il tallone d’Achille. Le esportazioni extra-Ue hanno registrato un forte rallentamento, con flessioni nei rapporti con Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Russia e Turchia. Una dinamica che mette sotto pressione la competitività del made in Italy sui mercati globali.
Industria e fiducia delle imprese
La produzione industriale ha segnato a luglio il secondo mese consecutivo di crescita congiunturale. Tuttavia, la fiducia delle imprese manifatturiere è scesa ad agosto, riflettendo le preoccupazioni per la domanda estera. In controtendenza il settore dei servizi, che ha mostrato un miglioramento del clima di fiducia.
Mercato del lavoro solido
Il mercato del lavoro resta un punto di forza: a luglio l’occupazione è cresciuta dello 0,1% (+13mila unità), portando il tasso di occupazione al 62,8%. L’aumento ha interessato sia i dipendenti a tempo indeterminato che quelli a termine, mentre è proseguito il calo tra i lavoratori autonomi.
Inflazione stabile, ma il carrello della spesa pesa di più
Ad agosto l’inflazione misurata dall’indice armonizzato IPCA è rimasta stabile al +1,7% annuo. Diversa la dinamica del carrello della spesa (beni alimentari, prodotti per la casa e cura della persona), che ha segnato un’accelerazione al +3,5%, mettendo sotto pressione i bilanci delle famiglie.