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COME STA ANDANDO DAVVERO L’ECONOMIA AMERICANA?

 
COME STA ANDANDO DAVVERO L’ECONOMIA AMERICANA?
di Luca Lippi

L'analisi dei dati del secondo trimestre 2025 mostra un'economia americana più forte del previsto. Consumi resilienti e un boom di investimenti tecnologici sfidano le paure di una recessione, ma l’inflazione resta alta e la Banca Centrale Americana (Fed), nonostante le decisioni prese, si trova ancora a un bivio.

UNA CRESCITA INATTESA HA SMENTITO I PESSIMISTI

Nei mesi scorsi, dopo l’annuncio dei dazi commerciali voluti dall’amministrazione Trump, in molti avevano previsto scenari cupi per l’economia americana, parlando di recessione imminente e crollo dei mercati.

I dati definitivi sulla crescita economica (PIL) per il secondo trimestre 2025 raccontano però una storia diversa: la stima finale è stata rivista al rialzo fino al +3,8% su base annua, il livello più alto degli ultimi due anni.

Un risultato che dimostra come, ancora una volta, chi ha basato le proprie decisioni sui dati economici abbia avuto la meglio su chi si è lasciato guidare dalla paura. Ma per capire se questa crescita sia davvero solida, occorre analizzarne le cause.

I MOTORI DELLA CRESCITA: CONSUMATORI E AZIENDE

La spinta principale arriva da due fronti: famiglie e imprese.

1. La sorprendente tenuta dei consumatori

La spesa delle famiglie, che rappresenta quasi il 70% dell’economia USA, è cresciuta del +2,5%.

  • Effetto scorte: molte aziende, prevedendo i rincari, avevano riempito i magazzini prima che i dazi entrassero in vigore.

  • Salari in aumento: crescono del +4,3% annuo, sostenendo il potere d’acquisto.

  • Ricorso al credito: il debito su carte di credito ha toccato 1,21 trilioni di dollari, con famiglie che utilizzano il credito per mantenere i consumi.

2. Il boom degli investimenti aziendali

Gli investimenti sono saliti a +7,3%, il ritmo più alto dal 2021, trainati da tre fattori chiave:

  • Intelligenza artificiale (AI): investimenti record nei data center, oltre 40 miliardi di dollari.

  • Incentivi governativi: dal CHIPS Act alla spinta su energia pulita e difesa.

  • Re-shoring: ritorno della produzione negli USA per evitare i dazi.

Un contributo temporaneo è arrivato dal crollo delle importazioni (-29,3%), che ha ridotto il deficit commerciale, “gonfiando” il dato del PIL.

L’INFLAZIONE RESTA “APPICCICOSA”: COSA FARÀ LA FED?

Se la crescita sorprende in positivo, l’inflazione rimane il vero problema. L’indice PCE, preferito dalla Federal Reserve, mostra prezzi ancora in crescita, soprattutto nei servizi.

La Fed si trova così davanti a un dilemma:

  • Priorità all’inflazione: mantenere tassi alti più a lungo, frenando l’economia.

  • Priorità all’occupazione: tagliare i tassi per sostenere il lavoro, rischiando però un ritorno dell’inflazione.

I mercati finanziari, che speravano in tagli rapidi e consistenti, stanno già ricalibrando le aspettative.

VERSO UN NUOVO SCENARIO ECONOMICO?

I dati indicano che l’economia USA potrebbe passare da una fase di stagflazione (crescita debole e inflazione alta) a una fase di reflazione (crescita più solida con inflazione sostenuta).

Capire in quale fase ci troviamo sarà cruciale per gli investitori, poiché ogni scenario favorisce tipologie diverse di investimenti. Nei prossimi mesi, i dati su inflazione e occupazione saranno decisivi per comprendere la direzione delle politiche della Federal Reserve e il futuro dell’economia americana.