L'eloralintide mostra risultati promettenti: agisce imitando l’amilina, l’ormone che sopprime l’appetito. In corso studi anche in combinazione con il tirzepatide.
Un nuovo farmaco sperimentale per l’obesità, sviluppato da Eli Lilly, potrebbe rappresentare una svolta terapeutica. L’eloralintide, appartenente alla classe degli analoghi dell’amilina, ha portato a una riduzione dell’11,5% del peso corporeo in soli 3 mesi, secondo i dati preliminari pubblicati in vista della conferenza dell’American Diabetes Association.
L'amilina è un ormone pancreatico che rallenta la digestione e riduce il senso di fame, lavorando in sinergia con l'insulina. Il farmaco è attualmente in fase di sperimentazione intermedia, sia come trattamento autonomo che in combinazione con il tirzepatide, noto sul mercato con il nome commerciale di Zepbound.
Mentre la prima generazione di farmaci anti-obesità si è basata sull’azione del GLP-1, come Wegovy e lo stesso Zepbound, la nuova tendenza farmacologica punta a molecole che preservano la massa muscolare e agiscono su ormoni alternativi per ottenere una perdita di peso più efficace e duratura.
A confermare l’interesse crescente per questa classe di composti è anche la recente acquisizione da parte di Roche dei diritti sul petrelintide, analogo dell’amilina a lunga durata d’azione sviluppato da Zealand Pharma, con un accordo che potrebbe valere oltre 5,3 miliardi di dollari.
Redazione