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Il granchio blu, da minaccia per i pescatori a nuova risorsa del Polesine

 
Il granchio blu, da minaccia per i pescatori a nuova risorsa del Polesine
Redazione

Nel Delta del Po, a Porto Tolle, è nato un progetto che trasforma un grande problema ambientale in una nuova opportunità economica. Il granchio blu, una specie arrivata accidentalmente dall’Atlantico, negli ultimi anni ha invaso le lagune e distrutto gli allevamenti di vongole e cozze. Come riferisce l’Ansa, In alcune zone la raccolta giornaliera di molluschi è crollata da oltre 300 quintali a meno di 10, mettendo in crisi migliaia di pescatori e cooperative locali.

Il granchio blu, da minaccia per i pescatori a nuova risorsa del Polesine

Oggi però il granchio blu non è più solo un nemico. Grazie all’impegno del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine ed alla collaborazione con le aziende Atman Holdings di Singapore e Taprobane Seafoods dello Sri Lanka - come riporta il sito fedagripesca.confcooperative.it - è stato inaugurato a Porto Tolle uno stabilimento che lavora e commercializza il crostaceo a livello internazionale. Lo stabilimento, operativo nella zona della Sacca di Scardovari, tratta ogni giorno circa 80 quintali di granchi, l’80% delle catture conferite dal consorzio. Due volte alla settimana vengono spediti 150 quintali di prodotto verso lo Sri Lanka, dove viene ulteriormente lavorato per l’esportazione.

Il processo industriale prevede la bollitura e l’abbattimento termico del granchio, che in inverno perde fino al 40% del peso, ma in primavera offre una resa più alta. Parallelamente, alcune università italiane, come Padova e Milano, stanno studiando nuovi usi del granchio blu per produrre farine proteiche e mangimi animali, così da creare una filiera circolare e sostenibile.

Quest’iniziativa non risolve tutti i problemi del settore, ma rappresenta una svolta concreta. La cattura e la lavorazione del granchio riducono la pressione sull’ecosistema ed offrono nuove occasioni di reddito per chi aveva visto scomparire il proprio lavoro. Nel 2024 in Veneto sono state pescate quasi 1.900 tonnellate di granchio blu, ma solo il 38% è stato commercializzato: c’è quindi un grande margine di crescita.

Il presidente del consorzio, Paolo Mancin, ha spiegato a chioggianotizie.it che “trasformare una calamità in una risorsa sostenibile è il modo migliore per salvare la pesca del Delta”. Il Governo ha stanziato oltre 50 milioni di euro per sostenere il comparto, ma molti pescatori chiedono ulteriori aiuti e controlli più efficaci per contenere la specie invasiva.

Il percorso è ancora lungo, ma a Porto Tolle è partito un esperimento che mostra come un’invasione biologica possa diventare un’occasione per innovare. Il granchio blu, da simbolo di distruzione, si sta trasformando in un ambasciatore del Polesine nel mondo, dimostrando che anche una crisi può generare valore se affrontata con intelligenza e collaborazione.