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Gravidanza fisiologica: le nuove Linee Guida ISS 2025

 
Gravidanza fisiologica: le nuove Linee Guida ISS 2025

Le nuove raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità pongono al centro la donna, con focus su depressione in gravidanza, violenza di genere, mutilazioni genitali femminili e continuità assistenziale.

Un approccio multidimensionale alla salute della donna

Le linee guida affrontano la gravidanza non solo come evento medico, ma come processo complesso, radicato in dimensioni cliniche, psicologiche, sociali e culturali. L’accento è posto sull’empowerment della donna, sulla centralità della comunicazione con i professionisti e sulla personalizzazione dell’assistenza.

L’intero impianto è costruito sulla metodologia GRADE, che assegna forza alle raccomandazioni sulla base di evidenze scientifiche aggiornate. Non si tratta solo di indicazioni tecniche, ma di un cambiamento culturale nell’approccio all’assistenza perinatale.

Salute mentale in gravidanza: screening sì, ma mirato

Una sezione centrale delle linee guida è dedicata ai problemi psicosociali, con focus su ansia e depressione perinatale. Il documento raccomanda colloqui regolari con tutte le donne durante la gravidanza e il puerperio, utilizzando strumenti validati come le domande di Whooley o il GAD-2. Non si tratta solo di individuare il disagio psichico, ma di costruire un dialogo aperto e non stigmatizzante, che metta la donna al centro del percorso di cura.

La raccomandazione si fonda anche sull’esperienza internazionale: “La linea guida di NICE (2018) raccomanda che a ogni contatto in gravidanza e durante il primo periodo postnatale si tenga un colloquio generale sulla salute e il benessere mentale con tutte le donne”.

Violenza di genere: riconoscere, ascoltare, intervenire

Altro nodo cruciale è l’identificazione e la gestione della violenza domestica e di genere. Le nuove linee guida riconoscono l’elevato impatto di tali esperienze sulla salute psicofisica della donna e del nascituro e invitano i professionisti a integrare sistematicamente domande sulla sicurezza domestica nei bilanci di salute. L’obiettivo è duplice: favorire l’emersione delle violenze e attivare tempestivamente i percorsi di protezione.

Mutilazioni genitali femminili: un impegno clinico, legale e culturale

Tra i temi più delicati affrontati dalla SNLG 2025 ci sono le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF), che coinvolgono migliaia di donne e bambine anche in Italia. Il documento evidenzia il ruolo chiave dei professionisti sanitari nel periodo perinatale, soprattutto durante il puerperio, per “avviare un counselling mirato con tutte le donne portatrici di MGF che hanno dato alla luce una neonata”.

Le linee guida ricordano che in Italia le MGF sono vietate dalla Legge 7/2006 e punibili anche se commesse all’estero. Tuttavia, “nonostante queste pratiche siano riconosciute come violazioni dei diritti umani dalla comunità internazionale e diversi Paesi abbiano legiferato vietandole, ad oggi la pratica delle MGF continua a essere perpetrata in più di 30 Paesi”.

La voce delle donne migranti: “Non rispettate, stigmatizzate, ferite”

Importante il richiamo ai vissuti delle donne immigrate che hanno subito MGF: “Molte di loro vivono paura, ansia, sfiducia e senso di vulnerabilità e isolamento; si sentono stigmatizzate, discriminate, non rispettate, ferite o traumatizzate dal giudizio e dai commenti dei professionisti”.

Si tratta di esperienze che rendono ancora più urgente un approccio culturale competente, empatico e formativo. Non a caso, l’OMS ha prodotto materiali educativi per formare i professionisti sanitari su questo tema e rafforzarne le competenze comunicative.

Empowerment e continuità assistenziale: la chiave per una maternità sicura

La SNLG 2025 sottolinea infine l’importanza della continuità assistenziale, attraverso modelli che prevedano una figura di riferimento per tutta la durata della gravidanza. Questo migliora la fiducia, l’adesione ai percorsi di cura e la soddisfazione generale della donna.

Una delle priorità è che ogni donna abbia accesso e possesso della documentazione completa del percorso nascita, anche in formato digitale. “Questo migliora la comunicazione tra la donna e il professionista sanitario e la percezione da parte della donna di avere il controllo su quanto le accade”

Redazione