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I punti chiave per il rilancio del SSN

 
I punti chiave per il rilancio del SSN

Centrotrenta associazioni – tra le quali Associazione Salute Diritto Fondamentale, Associazione Giovanni Bissoni, LABOSS – Laboratorio Salute e Sanità, Associazione Alessandro Liberati, Prima la Comunità, Salute Internazionale, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele, Forum Disuguaglianze e Diversità – hanno sottoscritto un appello intitolato “Non possiamo restare in silenzio”, che ha come obiettivo il rilancio del SSN.

In sintesi, i punti individuati. L’assistenza cosiddetta “integrativa” dei fondi e delle assicurazioni non è la soluzione. Servono scelte coerenti con il dettato costituzionale, le priorità espresse dalla popolazione e le evidenze scientifiche. Il Ssn deve poter contare su risorse adeguate, per garantire il diritto “incomprimibile” alla salute, ridurre gli enormi divari rispetto ai principali paesi europei e colmare quelli al suo interno.

I fondi sanitari devono essere orientati all'interesse generale

Le risorse devono essere destinate agli ambiti prioritari di intervento, in primo luogo al personale del SSN di tutti i livelli, alla prevenzione, alle cure primarie e alla domiciliarità, in particolare per le persone non autosufficienti e con disabilità. I fondi sanitari devono essere riorientati all’interesse generale, prevenendo la creazione di iniquità ed inefficienze, limitando le agevolazioni fiscali ai fondi realmente integrativi e preservando il loro carattere non lucrativo anche nella gestione delle quote versate. È necessario lo sviluppo e una solida riorganizzazione delle Cure Primarie.

L’attuazione della riforma dell’assistenza per le persone non autosufficienti non può essere ulteriormente rinviata. Il governo dell’assistenza farmaceutica richiede la regolare revisione di prezzi e farmaci a carico del SSN, l’adozione di rigorosi criteri per la valutazione dei farmaci innovativi, la promozione dell’appropriatezza nella prescrizione e nel consumo.

I Lep e l'autonomia differenziata

One Health: la salute in tutte le politiche, per contrastare i determinanti sociali e commerciali della salute; potenziare la tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro; attivare azioni mirate ai rischi ambientali legati all'inquinamento e ai cambiamenti climatici.

La sentenza della Corte costituzionale n. 192 del novembre 2024 sull’autonomia differenziata ha avuto un “massiccio effetto demolitorio” nei confronti della legge Calderoli. I Lep devono essere adeguatamente finanziati a garanzia dei diritti fondamentali in tutto il territorio nazionale. Le materie “No Lep” semplicemente non esistono. La sanità deve essere esclusa dall’Autonomia Differenziata. Dopo la sentenza 192/2024 è fondamentale il ruolo del Parlamento. Promuovere una proposta di legge per una corretta interpretazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Redazione