L’Intelligenza Artificiale (AI) è la tecnologia che sta cambiando il mondo e sta attirando investimenti enormi. Immaginiamola come una corsa all'oro: tutti vogliono partecipare, e le aziende che vendono i "picconi" e le "pale" (cioè i chip e i servizi per farla funzionare) valgono cifre astronomiche. Ma quando le quotazioni salgono troppo velocemente, scatta un allarme: non è che stiamo creando una "bolla finanziaria" che, prima o poi, scoppierà, facendo perdere un sacco di soldi? Questa preoccupazione è diventata un dibattito acceso dopo che due figure chiave del mondo finanziario hanno fatto mosse sorprendenti, scommettendo contro il gigante dell'AI.
I RICCHI VENDONO
L'episodio che ha riacceso i timori è stata la decisione di Peter Thiel, una vera e propria leggenda della Silicon Valley (è uno dei fondatori di PayPal), di vendere tutte le sue quote in Nvidia.
Per capire l’importanza di questa mossa, bisogna sapere che Nvidia è l'azienda che produce i microchip ultra-potenti (chiamati GPU) che sono il cuore pulsante e il carburante di quasi tutta l'AI esistente oggi. Se Thiel, uno che capisce di tecnologia e mercati, vende, c’è chi si chiede: sa forse qualcosa che noi non sappiamo?
Thiel non è l'unico. C'è un altro segnale di cautela che arriva da Michael Burry, il genio della finanza che aveva previsto la crisi immobiliare del 2008. Burry ha annunciato di aver fatto una grande scommessa, comprando delle "opzioni" su Nvidia e Palantir, puntando sul fatto che i loro prezzi in borsa crolleranno nelle prossime settimane. Insomma, c'è chi teme una "Grande Scommessa" al contrario, ma questa volta contro l’AI.
DOV’È LA VERITÀ
Tutti gli occhi sono puntati sui risultati che aziende come Nvidia pubblicheranno a breve. Il punto cruciale del dibattito è questo: le azioni di queste società valgono cifre da capogiro. Questo costo è giustificato solo se gli enormi investimenti che le grandi aziende tecnologiche stanno facendo nell'AI – spesso spendendo miliardi e indebitandosi – stanno già generando profitti reali.
Se le aziende stanno spendendo tantissimo ma i guadagni veri e propri tardano ad arrivare, allora è probabile che i prezzi siano "gonfiati" dalla pura speculazione (cioè la speranza che il prezzo salga ancora, non basata sui risultati effettivi).
QUINDI? CHE FARE?
Fortunatamente, non tutti sono pessimisti. Molti esperti, come Matteo Ramenghi di UBS, pur ammettendo che le valutazioni attuali sono molto alte, non pensano che siamo di fronte a una vera e propria bolla destinata a esplodere. Perché questa tranquillità? Sostanzialmente per due motivi molto semplici:
- I bilanci sono solidi. A differenza di quanto accadde alla fine degli anni '90, quando la "bolla delle Dot-com" scoppiò (erano le prime aziende di Internet, spesso con grandi idee ma pochi soldi in cassa), le grandi aziende tecnologiche di oggi hanno i bilanci solidi. Significa che hanno molti soldi da parte e non sono piene di debiti, e questo le rende più resistenti agli scossoni.
- Domanda è reale. In sostanza, la mole di denaro investita nell'AI è gigantesca (si parla di centinaia di miliardi di dollari nei prossimi anni), ma questo sforzo è sostenuto da una domanda di tecnologia in continua crescita. Cioè, i soldi spesi non sono buttati via, ma servono a creare prodotti che saranno monetizzati (che faranno guadagnare) a breve.
L’AI FA PAURA?
Un altro timore legato all'AI è che possa avere un impatto negativo sull'economia "reale" (quella delle fabbriche, dei negozi e dei posti di lavoro). La risposta, come sempre, la troviamo nella “storia”. Nessuno può prevedere il futuro, ma le evoluzioni tecnologiche del passato ci insegnano che l'economia ha una grande capacità di adattamento. Quando sono state inventate la macchina a vapore o la catena di montaggio, molti temevano la fine del lavoro. Invece, l'iniziale perdita di alcuni posti di lavoro è stata compensata. I prodotti sono diventati più accessibili, aumentando la domanda generale; sono stati creati moltissimi nuovi lavori e servizi che prima non esistevano.
L'AI, secondo questa visione, farà lo stesso: cambierà le regole, ma non porterà a un disastro economico.
CONCLUSIONE
Il mondo degli investimenti è in bilico tra il timore di un crollo (la Bolla) e l'eccitazione per una rivoluzione che cambierà il modo in cui viviamo e lavoriamo.
In sintesi: ci sono indizi che invitano alla cautela (come le vendite di Thiel e le scommesse di Burry), ma non ci sono ancora prove definitive che l'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale porti con sé una bolla finanziaria distruttiva. La situazione è molto diversa dalle crisi passate, come quella dei mutui subprime del 2008, che non avevano nulla a che fare con la tecnologia e che affondavano le radici in un sistema finanziario molto più fragile.
Per ora, il mondo aspetta i risultati di Nvidia per capire se la promessa dell'AI è già diventata un guadagno concreto.