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L’arte dell’illusionismo

 
L’arte dell’illusionismo
Redazione

La magia ha sempre affascinato l’uomo. Dalle fiere del passato agli spettacoli televisivi moderni, i maghi hanno saputo stupire, ingannare e far sognare il pubblico.

L’arte dell’illusionismo

Il padre della magia moderna è considerato il francese Jean Eugène Robert-Houdin, che portò i trucchi dalle piazze ai teatri e usò per primo l’elettricità negli spettacoli. Grazie a lui la magia divenne un’arte elegante e rispettata. Howard Thurston, americano, fu uno dei maghi più popolari dei primi anni del Novecento. I suoi spettacoli univano grandi illusioni, come levitazioni e sparizioni, a un’eleganza teatrale. Dai Vernon, canadese, soprannominato The Professor, fu un maestro nella magia ravvicinata, soprattutto con le carte. David Copperfield, statunitense, è il mago più famoso della televisione. Ha stupito milioni di persone facendo sparire la Statua della Libertà, attraversando la Grande Muraglia Cinese e volando sul palco.

Penn & Teller, duo americano attivo dagli anni Ottanta, mescolano magia, umorismo e scetticismo. Penn parla, Teller resta in silenzio. Rivelano i segreti dei trucchi, ma senza davvero svelarli. David Blaine, americano, ha cambiato la magia portandola nelle strade. Le sue esibizioni puntano su reazioni spontanee e prove fisiche estreme, come rimanere giorni chiuso in una teca o sepolto vivo. Derren Brown, britannico, è un mentalista che combina psicologia, suggestione e illusionismo. I suoi spettacoli mostrano quanto la mente possa essere influenzata e quanto sia fragile la nostra percezione. Criss Angel, americano, ha portato la magia nel mondo dello spettacolo rock. Dynamo, britannico, rappresenta la nuova generazione di maghi. Le sue illusioni urbane, come camminare sul Tamigi o fluttuare accanto ad un autobus, mescolano effetti speciali e realtà.

Come non citare, poi, Harry Houdini, nato in Ungheria e cresciuto negli Stati Uniti, simbolo delle fughe impossibili da manette, catene, casse chiuse, camicie di forza e vasche d’acqua. Si faceva calare incatenato nei fiumi, si liberava da celle blindate e sfuggiva a trappole mortali davanti a migliaia di spettatori. Veniva chiamato il re dell’evasione. Morì proprio il giorno di Halloween del 1926 e questo fatto contribuì a renderlo una leggenda. Per l’intera sua vita odiò i falsi medium e dedicò le sue forze a smascherarli. Ancora oggi, a quasi un secolo di distanza, il suo nome è sinonimo di magia, mistero e coraggio.