.
  • La piattaforma di wealth planning
  • Non è solo un pacco, è la soluzione giusta
  • Italpress Agenzia di stampa

Infermieri, crollo delle iscrizioni: allarme UGL Salute per il futuro della sanità italiana

 
Infermieri, crollo delle iscrizioni: allarme UGL Salute per il futuro della sanità italiana
Redazione

Domande ai minimi storici per i corsi di laurea in Infermieristica: -54% in 15 anni. La denuncia di Giuliano: “Senza ricambio generazionale il SSN rischia il collasso entro il 2030”

La crisi delle professioni sanitarie in Italia si fa sempre più grave. Secondo i dati diffusi dalla UGL Salute, per l’anno accademico 2024/2025 sono state presentate appena 21.250 domande per accedere ai corsi di laurea in Infermieristica, a fronte di 20.435 posti disponibili. Un margine minimo che mostra chiaramente la perdita di attrattività della professione. Rispetto al 2023 il calo è del -10%, ma il dato più allarmante emerge dal confronto con il 2010: in quindici anni le domande si sono dimezzate, passando da oltre 46.000 a poco più di 21.000 (-54,2%).

L’allarme di UGL Salute: “Emergenza strutturale”

Siamo di fronte a un’emergenza strutturale che non può più essere ignorata. Questo crollo rappresenta una minaccia diretta alla tenuta del sistema sanitario pubblico italiano”, ha dichiarato Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale UGL Salute. “Senza un ricambio generazionale di infermieri, tra pochi anni non avremo più personale sufficiente per garantire nemmeno i livelli essenziali di assistenza”.

Perché i giovani non scelgono Infermieristica

Le cause sono molteplici e note:

  • Turni massacranti e carichi di lavoro insostenibili;

  • Aggressioni sempre più frequenti nei luoghi di cura;

  • Stipendi fermi da oltre dieci anni, non adeguati al costo della vita;

  • Scarsa valorizzazione professionale, che rende la figura dell’infermiere poco attrattiva per le nuove generazioni.

A questo quadro già difficile si aggiunge la fuga all’estero: ogni anno migliaia di neolaureati scelgono di lavorare in Paesi che offrono salari più alti, contratti stabili e maggiori opportunità di crescita. Secondo l’OCSE, l’Italia è tra i Paesi europei con la più alta emigrazione di personale sanitario qualificato.

Le conseguenze: ospedali e RSA in sofferenza

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: reparti ospedalieri in cronica sofferenza, RSA sotto organico, assistenza domiciliare compromessa e un aumento esponenziale dei casi di burnout tra il personale rimasto. Senza un’inversione di tendenza, entro il 2030 il nostro Paese rischia una carenza strutturale di oltre 80.000 infermieri (stima FNOPI, Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche).

Le richieste al Governo

Per la UGL Salute è urgente intervenire con misure concrete:

  • Rivalutazione economica della professione;

  • Incentivi e percorsi di carriera per trattenere i giovani;

  • Piani straordinari di assunzione per garantire la copertura dei servizi;

  • Sicurezza nei luoghi di cura, per ridurre il rischio di aggressioni.

Il Governo non può più voltarsi dall’altra parte. Se non si interviene subito, la sanità pubblica italiana è destinata al collasso. Non è più tempo di rinvii: servono risposte oggi, non promesse per il domani”, conclude Giuliano, annunciando la disponibilità del sindacato a mobilitarsi a tutti i livelli.