Con l'arrivo della bella stagione, gli esperti raccomandano sempre attenzione a tempi e modi di esposizione al sole, lanciando un allarme specifico per i bambini che, in caso di scottature solari, possono vedere raddoppiato il rischio di sviluppare melanoma età adulta
di Diego Minuti
La parola d'ordine è quindi ''prevenzione'' per i bambini, a partire da quelli più piccoli.
Alla vigilia della Giornata mondiale contro il melanoma, è stata lanciata la campagna Euromelanoma 2025, con lo slogan "Il cancro della pelle nei nostri bambini è una minaccia crescente", per sensibilizzare sui rischi dell'esposizione al sole. I numeri si commentano da soli. Negli ultimi anni i casi di cancro della pelle sono aumentati: ogni anno se ne registrano più di 500.000 nuovi in tutto il mondo e più di 50.000 decessi attribuibili a questa malattia.
E sono numeri in crescita, stando alle ultime previsioni dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), secondo le quali entro il 2050 in Europa il numero di decessi sarà aumentato del 40%.
Ma quali sono i fattori che determinano questo aumento?
Gli studiosi li hanno individuati nell'invecchiamento della popolazione, nella maggiore esposizione cumulativa alle radiazioni ultraviolette o all'uso di lampade abbronzanti. Sebbene la mortalità per melanoma rimanga relativamente stabile grazie ai progressi nell'immunoterapia e nei trattamenti mirati, nonché nella diagnosi precoce, la sfida persiste.
Ci sono fattori non modificabili, come la storia familiare o alcune mutazioni genetiche, ma ce n'è uno che può essere cambiato: le scottature solari , ed è proprio durante l'infanzia e l'adolescenza che questo danno si accumula maggiormente. Per questo motivo, i medici specialisti sottolineano che educare i bambini di oggi significa proteggere gli adulti di domani, poiché le scottature solari durante l'infanzia raddoppiano il rischio di sviluppare un cancro della pelle in età adulta.
Le radiazioni si accumulano nel corso della vita
Come dicono alcuni medici, per anni si è avvertito un falso senso di sicurezza di fronte al sole, ma la pelle ha una memoria e ogni scottatura conta. Infatti, una parte significativa della quantità di radiazioni ultraviolette che si accumula nel corso della vita viene ricevuta prima dei 20 anni. Comunque l'invito è a non demonizzare le attività ricreative all'aria aperta o evitare la spiaggia o lo sport, ma piuttosto di imparare a esporsi al sole in modo sano: con abiti adatti, cappelli, occhiali da sole omologati e crema solare, senza cercare attivamente l'abbronzatura ed evitando le ore più calde della giornata.
Gli esperti hanno invitato le amministrazioni pubbliche a impegnarsi maggiormente, inserendo l'educazione alla protezione solare nei programmi scolastici o promuovendo progetti che incoraggiano la cura della pelle fin dall'infanzia e predisponendo zone d'ombra nelle scuole e negli spazi ricreativi pubblici.
L'esempio dell'Australia
Misure ambiziose o inverosimili? Fino ad un certo punto. Perché sono già in atto in alcuni Paesi, come l'Australia , dove da oltre due decenni è in vigore una strategia nazionale per la protezione solare nelle scuole, sulle spiagge e negli spazi pubblici. Con risultati evidenti: l'incidenza del melanoma è diminuita dell'11% nel Paese, mentre continua ad aumentare nel resto del mondo.