Sono 2.146 i ricorsi alle Usl del Veneto (di altri 1.000 si attende l’esito) presentati tra il maggio 2024 e l’aprile 2025 dai 51 sportelli aperti nella regione (28 a Verona, 11 a Venezia, 4 a Treviso, 3 a Vicenza e altrettanti a Padova, uno a Belluno e uno a Rovigo, per un totale di 208 volontari) dal CoVeSaP, il Coordinamento Veneto Sanità pubblica, per aiutare i cittadini a ottenere le prestazioni di specialistica ambulatoriale entro i tempi previsti dai codici di priorità indicati sulla ricetta dal medico prescrittore
Alcuni esempi: per una visita urgente, da garantire entro 24 ore, c’è chi ha aspettato 10 giorni e chi 40. Un accertamento che secondo il medico andava effettuato entro un mese è stato eseguito dopo 605 giorni, mentre un controllo da assicurare al massimo in 4 mesi è stato atteso per 1030 giorni. Per ottenere una prima visita psichiatrica bisogna attendere 6 mesi, che raddoppiano in Neuropsichiatria infantile. Per un problema dermatologico è necessario attendere 160 giorni. Se si ha bisogno del pneumologo non lo si può vedere prima di 5 mesi.
I CUP non accolgono la richiesta del paziente, non rispettando la legge
Ha spiegato Orianna Zaltron, portavoce del CoVeSaP: “Il 75% dei ricorsi è andato a buon fine, i pazienti hanno ottenuto la visita o l’esame diagnostico in tempi ragionevoli, anche se comunque superiori a quelli previsti. E se il 39% delle istanze riguarda prime visite in galleggiamento, cioè in attesa della data, o con appuntamento fissato oltre il tempo segnalato sulla ricetta, il 28% attiene alla mancata accettazione della domanda di prenotazione inoltrata dall’utente al CUP. Un dato che ci ha sorpresi, significa che diversi CUP non accolgono la richiesta del paziente, ma lo invitano a richiamare, anche più volte, non rispettando la legge”.
Il restante 33% dei ricorsi riguarda gli accertamenti successivi alle prime visite e inevasi. «E qui sorge un altro problema - evidenzia Salvatore Liard, rappresentante CoVeSaP - bisogna chiarire se il controllo è un esame periodico di valutazione di una malattia ormai stabile o se viene prescritto per un peggioramento della situazione. E allora diventa una rivalutazione, che secondo una delibera regionale deve avere priorità analoghe a quelle delle prime visite. Ma non capita mai ed è uno dei motivi per i quali il 7,6% dei veneti rinuncia alle cure”.
A questo quadro, si aggiunge il fatto che dal 2019 al 2024 hanno dato le dimissioni 3043 medici (ne mancavano già 3500) e 4967 infermieri (l’attuale carenza è di tremila), per un totale di 8.010 professionisti (dati Regione Veneto).
Redazione