Fin dall’antichità, le mappe non sono servite solo ad orientarsi, ma anche a raccontare una visione del mondo. Nel II secolo d.C., il geografo Tolomeo costruì una rappresentazione della Terra con latitudini e longitudini. Il suo modello, pur con molti errori, ha influenzato la cartografia per secoli. Nel Medioevo, le mappe europee si chiamavano mappae mundi e mettevano al centro luoghi religiosi come Gerusalemme. Non volevano essere scientifiche, ma simboliche. Verso il 1450, la mappa di Fra Mauro mostrò più dettagli e iniziò a rappresentare il mondo in modo più realistico.
Perché le mappe mettono l’Europa al centro
Nel XVI secolo, con le grandi esplorazioni, le carte cambiarono radicalmente. L’atlante di Ortelius (1570) fu uno dei primi a raccogliere mappe da tutto il mondo conosciuto. Poco dopo, Mercatore inventò una proiezione che aiutava i navigatori: disegnava le rotte come linee dritte. Tuttavia, questo sistema ingrandiva le terre vicino ai poli, come l’Europa o la Groenlandia, e rimpiccioliva l’Africa o il Sudamerica. Questo ha rafforzato l’idea che l’Europa fosse più importante.
Nel tempo, la posizione centrale dell’Europa sulle mappe è diventata la norma. Questo ha portato alla diffusione di una visione del mondo chiamata eurocentrismo. Con questo termine si intende un modo di pensare che mette l’Europa al centro della storia, della cultura e del progresso. Nella scienza, nella scuola e nei libri, l’Europa è spesso presentata come il punto di riferimento per giudicare tutte le altre culture.
Anche in antropologia, l’eurocentrismo è stato molto presente. I popoli non europei venivano descritti in base a categorie europee: tribù, civiltà, arretratezza. Queste definizioni non tenevano conto delle logiche locali, ma imponevano un modello occidentale. Studiosi come Enrique Dussel e Aníbal Quijano hanno criticato questo approccio, spiegando che molte idee considerate universali sono in realtà nate in un contesto europeo preciso.
Le mappe, quindi, non sono oggetti neutri. Sono strumenti culturali che mostrano un modo di vedere il mondo. Mettere l’Europa al centro, rappresentarla più grande, più dettagliata o più in alto, ha contribuito a rafforzare la sua posizione di potere, anche simbolico. Per questo, oggi molti studiosi e insegnanti propongono di usare mappe alternative, che rispettano le proporzioni reali dei continenti e che mostrano il mondo da punti di vista diversi.
Cambiare il modo in cui disegniamo il mondo è un primo passo per cambiare anche il modo in cui lo pensiamo.