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Minusvalenze e tasse: cosa potrebbe cambiare con la nuova riforma fiscale

 
Minusvalenze e tasse: cosa potrebbe cambiare con la nuova riforma fiscale
di Luca Lippi

Il governo studia una riforma che semplifica la tassazione sugli investimenti. Possibile la compensazione tra guadagni e perdite per tutte le tipologie di reddito finanziario.

In arrivo una novità attesa da chi investe

In arrivo una novità molto attesa da chi investe: presto potrebbe cambiare il modo in cui vengono calcolate e tassate le minusvalenze, cioè le perdite sugli investimenti.
La riforma fiscale allo studio del governo prevede infatti la possibilità di compensare in modo più ampio le perdite con i guadagni.

In parole semplici, chi oggi paga tasse sui profitti potrebbe finalmente avere la possibilità di scontare le perdite subite in altri investimenti.

Cosa succede oggi

Per capire la novità, serve un passo indietro.
Quando una persona compra un titolo a 100 euro e poi lo rivende a 120, ottiene un guadagno di 20 euro, chiamato plusvalenza. Su questo guadagno lo Stato chiede una tassa del 26%.

Al contrario, se si compra a 100 e si vende a 80, si subisce una perdita di 20 euro, detta minusvalenza.

In teoria, le plusvalenze e le minusvalenze dovrebbero potersi compensare tra loro: se hai guadagnato da una parte e perso dall’altra, dovresti pagare le tasse solo sul saldo finale.
Ma in Italia la situazione è più complicata.

Le regole fiscali distinguono tra:

  • Redditi da capitale (come i guadagni da fondi o ETF)

  • Redditi diversi di natura finanziaria (come quelli da azioni o obbligazioni)

Queste due categorie non si compensano: le perdite su certi strumenti, ad esempio sugli ETF, non si possono scontare con i guadagni ottenuti da altri ETF o investimenti.

Un sistema che molti risparmiatori trovano ingiusto e poco trasparente, soprattutto se confrontato con quello di altri Paesi europei dove le regole sono più semplici e logiche.

 Cosa prevede la riforma fiscale

Nella legge delega fiscale, e in particolare all’articolo 5, è previsto un cambiamento importante: la creazione di un’unica categoria di redditi finanziari.

Tradotto in parole semplici, tutte le forme di guadagno e perdita derivanti da investimenti — azioni, obbligazioni, ETF, fondi e altri strumenti — sarebbero considerate allo stesso modo dal punto di vista fiscale.

Questo permetterebbe finalmente di compensare le minusvalenze in modo ampio, eliminando le barriere tra tipi di reddito.

In pratica, se perdi da una parte e guadagni dall’altra, potrai pagare le tasse solo sulla differenza effettiva, come sarebbe logico in un sistema equo.

 Un sistema più equo per tutti

Oggi il sistema fiscale è pieno di incoerenze:

  • chi gestisce da solo i propri investimenti segue regole diverse rispetto a chi affida il capitale a una banca o a una gestione patrimoniale;

  • chi investe tramite polizze finanziarie (unit linked o index linked) ha criteri di compensazione differenti rispetto a chi acquista azioni o fondi.

Queste differenze creano un labirinto fiscale difficile da comprendere anche per gli esperti e finiscono per penalizzare i piccoli risparmiatori.

La nuova impostazione andrebbe invece verso un sistema unico, chiaro e coerente, dove tutti gli investitori sarebbero trattati allo stesso modo.
Non solo più giusto, ma anche più efficiente: renderebbe più semplice pianificare e ottimizzare i propri investimenti, senza temere sorprese fiscali.

 Quando entrerà in vigore

Attenzione però: la novità non è ancora operativa.
Per diventare effettiva dovrà essere definita nei dettagli con un decreto attuativo previsto per agosto 2026.

Solo allora si saprà con precisione come funzionerà la compensazione, quali limiti saranno introdotti e come si potranno utilizzare le perdite accumulate su azioni, obbligazioni o fondi per ridurre le tasse sui guadagni.

Se la riforma verrà confermata, potrebbe introdurre anche la possibilità di compensare minusvalenze con i dividendi incassati, cioè i profitti distribuiti dalle società agli azionisti.
Oggi questa compensazione non è consentita, e la modifica renderebbe il sistema molto più equo e moderno.

 Meno tasse, più semplicità

In sintesi, se la riforma sarà approvata, per milioni di risparmiatori italiani si aprirà la prospettiva di:

  • pagare meno tasse sugli investimenti,

  • gestire meglio il proprio portafoglio,

  • e avere finalmente regole fiscali chiare e unificate.

Per ora non resta che aspettare: se il sistema cambierà davvero in questa direzione, sarà un passo avanti importante verso un fisco più semplice, trasparente e giusto per chi investe.