Negli ospedali americani non è raro sentire della musica tra i reparti, soprattutto quelli che ospitano pazienti reduci da un intervento chirurgico. Come accade nell'UC San Diego Health, dove un infermiere, Rod Salaysay, gira tra i letti, imbracciando una chitarra, suonando o cantando, tra canzoni popolari e reinterpretazioni di brani di musica classica.
La musica come terapia per gestire il dolore dopo gli interventi chirurgici
Salaysay, oltre a raccogliere ringraziamenti e sorride, vede anche altro:  cambiamenti nei loro segni vitali come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna più bassa, e alcuni arrivano a chiedere meno antidolorifici.
Negli ultimi due decenni, le esibizioni dal vivo e la musica registrata sono entrate negli ospedali e negli studi medici americani, mentre cresce la ricerca su come le canzoni possono aiutare ad alleviare il dolore.
Il potere curativo del canto può sembrare intuitivo date le profonde radici della musica nella cultura umana. Ma la scienza che stabilisce se e come la musica attenua il dolore acuto e cronico – tecnicamente chiamata analgesia indotta dalla musica – sta muovendo solo ora passi significativi.
Nessuno suggerisce che una canzone orecchiabile possa eliminare completamente il dolore grave. Ma diversi studi recenti, tra cui le riviste Pain e Scientific Reports, hanno suggerito che l'ascolto della musica può ridurre la percezione del dolore o migliorare la capacità di una persona di tollerarlo.
Ciò che sembra importare di più è che i pazienti – o le loro famiglie – scelgano da soli le selezioni musicali e le ascoltino attentamente, non solo come rumore di fondo.
Due persone con la stessa condizione o lesione possono provare livelli molto diversi di dolore acuto o cronico. Oppure la stessa persona potrebbe provare dolore in modo diverso da un giorno all'altro.
Il dolore acuto si avverte quando i recettori del dolore in una parte specifica del corpo inviano segnali al cervello, che elabora il dolore a breve termine. Il dolore cronico di solito comporta cambiamenti strutturali o di altro tipo a lungo termine nel cervello, che aumentano la sensibilità generale ai segnali del dolore. I ricercatori stanno ancora studiando come ciò avvenga.
I ricercatori sanno che la musica può distogliere l'attenzione dal dolore, diminuendo la sensazione. Ma gli studi suggeriscono anche che ascoltare la musica preferita aiuta a attenuare il dolore più che ascoltare i podcast. Nella considerazione che la musica è elemento di distrazione, distogliendo l'attenzione dal dolore.
L'idea di utilizzare la musica registrata per ridurre il dolore associato alla chirurgia dentale è iniziata alla fine del XIX secolo, prima che fossero disponibili gli anestetici locali. Oggi i ricercatori stanno studiando quali condizioni rendono la musica più efficace.
I ricercatori dell'Università Erasmus di Rotterdam nei Paesi Bassi hanno condotto uno studio su 548 partecipanti per vedere come l'ascolto di cinque generi musicali – classica, rock, pop, urbana ed elettronica – estendesse la loro capacità di resistere al dolore acuto, misurato dall'esposizione a temperature molto fredde.
Tutta la musica ha aiutato, senza un unico genere vincente.
Come ha riferito uno degli autori della ricerca "più le persone ascoltavano un genere preferito, più potevano sopportare il dolore. Molte persone pensavano che la musica classica li avrebbe aiutati di più. In realtà, sono state trovare prove che ciò che è meglio è solo la musica che ti piace".
Le ragioni esatte non sono ancora chiare, ma potrebbe essere perché le canzoni familiari attivano più ricordi ed emozioni. Insomma, il semplice atto di scegliere è di per sé potente. È una cosa su cui le persone possono avere il controllo se hanno una condizione cronica: dà loro la possibilità di agire.