La decima edizione di NanoInnovation 2025 si è svolta dal 15 al 19 settembre 2025 presso l’Università La Sapienza di Roma. Organizzata da AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) e dall’Associazione NanoItaly, questa conferenza è stata un punto di incontro vitale per scienziati e aziende che lavorano sulle nanotecnologie.
Nanoinnovation 2025: il futuro dei processori
Tra i partecipanti, Tunzala Asgarova dell’azienda americana, che ha presentato metodi per analizzare thin films usando la reflectometry (tecnica di misura basata sulla riflessione della luce o di altre onde) e la white light interferometry (interferometria a luce bianca, usata per analizzare superfici con altissima precisione). Un altro momento importante è stata la presentazione dell’infrastruttura iENTRANCE, guidata dal CNR e finanziata con più di 70 milioni di euro grazie al PNRR.
Questo progetto sostiene la ricerca sui materiali per favorire innovazioni in campi chiave come la energy transition (transizione verso fonti di energia più pulite e sostenibili) e la environmental sustainability (sostenibilità ambientale). C’è stato poi un appofondimento su come le nanotecnologie stiano cambiando l’elettronica e i processori (i “cervelli” dei dispositivi digitali).
Sono stati mostrati i progressi nella miniaturizzazione dei dispositivi, l’uso di advanced materials (come il grafene e i 2D semiconductors, e le applicazioni nell’unconventional computing (informatica non convenzionale, che segue modelli diversi dai computer tradizionali).
Questo tipo di computing, che include il neuromorphic computing (informatica ispirata al funzionamento del cervello umano) e il quantum computing (informatica quantistica basata sulle leggi della meccanica quantistica), potrebbe superare i limiti attuali della legge di Moore (per la quale il numero di transistor in un chip raddoppia circa ogni due anni, rendendo i computer sempre più potenti e compatti) e aprire nuove possibilità nel modo in cui vengono elaborati i data. Inoltre, sono stati presentati studi sull’uso di nanostructured materials (materiali con struttura a livello nanometrico) per migliorare le performance dei processori, aumentando la switching speed (velocità di commutazione, ovvero quanto velocemente un processore può cambiare stato) e riducendo il consumo energetico.
Questi progressi sono fondamentali per rispondere alla crescente domanda di potenza di calcolo in settori come l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things – IoT (Internet delle cose, cioè la rete di oggetti connessi tra loro) e i wearable devices (tecnologie indossabili, come smartwatch e sensori biometrici).