Nel 2024 l’84,8% dei laureati delle Professioni Sanitarie è occupato a un anno dal titolo. I dati del rapporto AlmaLaurea confermano il trend positivo
Il XXVII rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei Laureati, rileva che per i 16.977 laureati di primo livello delle 22 Professioni Sanitarie dell’anno 2023, rispetto agli 11.456 laureati che hanno risposto all’indagine (67%), si registra un sensibile aumento della quota di occupati (sono 9.710), pari a +8 punti percentuali, essendo salito al 84,8% rispetto al 76,8% dello scorso anno.
Professioni sanitarie al primo posto per occupazione
È un aumento che si rileva nel totale di tutti i 16 gruppi disciplinari su cui l’incremento della quota di occupati è di +6,1 punti percentuali, essendo salito al 44,6% rispetto al 38,5% dello scorso anno. Tale incremento riguarda un totale di 170.663 laureati, di cui hanno risposto 110.844 (64,9%), con 49.459 occupati, registrando un aumento pari a 12,9 punti percentuali rispetto ai 43.817 occupati dello scorso anno, quando i laureati erano 153.909 e le risposte 113.811. Sono in aumento tutti i gruppi disciplinari, con valori che vanno dal minimo di +3,3 punti percentuali dell’ambito Informatica e tecnologie ICT e di quello del settore Agrario-forestale al massimo di +12,6 punti percentuali dell’ambito Giuridico.
Per effetto di questi risultati, si conferma ancora una volta e solo per le Professioni Sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari.
L’occupazione media complessiva
I valori di livello occupazionale sono in aumento rispetto allo scorso anno per tutte le quattro aree delle professioni sanitarie che nel complesso è pari a +8 punti percentuali: dal 76,8% del 2022 al 84,8% del 2023. In dettaglio per l’area Infermieristica e Ostetrica l’aumento è pari a +7,4 punti percentuali, dal 77,7% al 85,1%. Ancora più alto per le professioni della Riabilitazione con +9,3 punti percentuali, dal 77,1% del 2022 al 86,4% del 2023. Analoghi aumenti riguardano l’area Tecnica con +8,1 punti percentuali, passando da 73,9% a 82,0% e l’area della Prevenzione, con +9 punti percentuali, da 72,6% del 2022 a 81,6% del 2023.
Nord e Centro trainano il mercato del lavoro sanitario
Per quanto riguarda i tassi occupazionali suddivisi per le Università attive nelle 17 Regioni, si rilevano i seguenti valori: Friuli-Venezia Giulia 91,1%; Marche 89,7%; Lombardia 89,0%, Toscana 88,8%; Piemonte 87,9%; Veneto 86,4%; Puglia 85,3%; Umbria 84,8%; Emilia Romagna 84,3%; Liguria 83,9%; Lazio 82,0%; Molise 81,6%; Sicilia 80,9%; Campania 80,8%; Sardegna 80,4% e infine le Università della Calabria con 78,9% e dell’Abruzzo con 78,3%.
Redazione