Mentre i mercati metabolizzano la decisione, peraltro attesa, della Fed che ha aumentato il tasso di un quarto di punto, l'oro sta cogliendo l'occasione per riprendere fiato prima di proseguire nella sua ascesa. Il giorno dopo aver toccato i 3.700 dollari l'oncia, il metallo prezioso ha subito una correzione dello 0,3%.
Il prezzo dell'oro continua a salire, puntando quota '4000 dollari' l'oncia
Nonostante questo leggero calo, le società di analisi continuano a mostrare ottimismo e a sfruttare le aspettative di un taglio dei tassi negli Stati Uniti per rivedere le loro valutazioni al rialzo. Gli ultimi a fare una mossa sono stati gli analisti di Deutsche Bank. In linea con gli esperti di Bank of America, il dipartimento di analisi dell'istituto tedesco l'oro a 4.000 dollari l'oncia. Nonostante sia salito di quasi il 40% da inizio anno, gli investitori ritengono che il metallo potrebbe avanzare di un ulteriore 9%.
L'oro quindi ha confermato di essere un asset molto interessante a medio e lungo termine. Negli ultimi cinque anni si è apprezzato di circa il 110%, che equivale a un rendimento annualizzato del 15%. Nonostante questa forte tendenza, il contesto macroeconomico suggerisce che può ancora continuare a salire, almeno a detta degli analisti.
Il taglio dei tassi da parte della Fed e gli acquisti da parte della banca centrale sono le ragioni principali di questo ottimismo. Secondo i dati di Bank of America, dal 2001 l'oro non è mai caduto in uno scenario di allentamento monetario con un'inflazione superiore al 2%, come avviene attualmente. Da parte loro, gli esperti di Deutsche Bank sottolineano che la domanda ufficiale di oro continua ad avanzare a un ritmo che supera la media del periodo tra il 2011 e il 2021, con la Cina come principale protagonista.
"Anche se l'oro sembra costoso, pensiamo che gran parte di esso sia dovuto alla forza della domanda, che ci aspettiamo venga mantenuta", osservano gli analisti. In un contesto in cui gli attacchi all'indipendenza della Fed si intensificano settimana dopo settimana, gli investitori non percepiscono più il dollaro e il debito statunitense come beni rifugio. Invece, molti vedono l'oro come un'alternativa più stabile.
La campagna di Donald Trump per fare pressione, minare e sostituire gli alti funzionari della Fed - campagna che peraltro continua a proseguire anche in queste ore, con i repubblicani che chiedono alla Corte suprema di avallare il licenziamento di Lisa Cook, uno dei governatori della Federal Reserve - ha portato l'oro a rappresentare una quota maggiore delle riserve della banca centrale rispetto alle obbligazioni statunitensi per la prima volta dal 1996.
Insieme ai tagli dei tassi e agli acquisti da parte delle banche centrali, gli analisti indicano l'inflazione e la debolezza del dollaro come ulteriori catalizzatori. Un'inflazione elevata, d'altra parte, favorisce l'apprezzamento del metallo giallo come riserva di valore.